Vi mostro il “lato A” del nostro Sud che non si arrende, crea e produce (Gazzetta del Sud)

del 14 Settembre 2012

Dalla Gazzetta del Sud – 13 settembre 2012
Tutte le eccellenze del Meridione analizzate nel libro del giornalista e saggista Lino Patruno. Grandi imprese, industrie tenaci e aziende legate alle tecnologie d’avanguardia
Nel caleidoscopio del dibattito sulle luci e le tante ombre del nostro Mezzogiorno si inserisce con grande verve e acume l’ultimo libro del giornalista e saggista Lino Patruno – già direttore de la “Gazzetta del Mezzogiorno” – dal titolo emblematico di “Ricomincio da Sud. È qui il futuro d’Italia” (Rubbettino, pag. 250, euro14).
«L’America d’Italia sarebbe oggi il Sud se tutti vi scendessero con occhi pronti a stupirsi e con taccuino disposto a registrare… Se vi scendessero con lo spirito del viaggiatore che vede cose nuove se vuole vederle», sintetizza l’autore, deciso a capovolgere stereotipi e schemi per mostrare il “lato A del Sud”, quello che non si arrende, che crea, inventa idee e produce nonostante tutto, che si apre all’Europa e al mondo, che si internazionalizza partendo dalla provincia virtuosa, rappresentando un volano di crescita nazionale («Se non ci fosse il Sud, l’Italia avrebbe un quarto in meno della sua ricchezza»). Patruno coinvolge il lettore con i suoi elenchi, le sue ricerche e le statistiche, attente e approfondite, che scavano oltre la superficie e mostrano un tessuto produttivo, umano e tecnologico che parla di eccellenze che operano quotidianamente senza fare rumore.

Nel campo farmaceutico troviamo grandi multinazionali che producono – ad esempio – i principali ipertensivi realizzati dalla Novartis Farma Italia tra Torre Annunziata e Castellamare di Stabia, gli antibiotici e farmaci veterinari prodotti dall’americana Wyeth Lederle di Catania, una delle fabbriche maggiori in Europa, ma anche la Lachifarma di Zollino, nel Leccese, unica a produrre antimalarici. Raffinerie, impianti di produzione di plastiche, gomme, prodotti chimici (a Crotone la Sasol appronta componenti chimici per la cosmesi), industrie aeronautiche e aerospaziali (Alenia, Selex, Avio, Atitech), impianti di produzione di abbigliamento di lusso (l’abruzzese Brioni che ha vestito James Bond) e centri innovativi impegnati nei mezzi di trasporto (la Rodriguez di Messina è segnalata per il primo aliscafo costruito nel1956 e peri prototipi successivi venduti in ogni parte del mondo), e nei nuovi settori della “green economy” (ricordiamo i pannelli fotovoltaici della 3Sun di Catania e i prodotti elettronici Jepssen di Agira), che si affermano nei mercati globali, coinvolgendo anche atenei, centri di ricerca, distretti produttivi.

Una rete virtuosa che l’autore ha censito con particolare attenzione e perizia, individuando «le 71 sorprese che non ti aspettavi», imprese che si segnalano per risultati di prestigio, come le Officine Omeca di Reggio Calabria della Ansaldo Breda Costruzioni che (a parte recenti situazioni di disagio relative alla crisi complessiva, che preoccupano i lavoratori) costruisce i moderni locomotori Etr 500, il primo treno ad alta velocità a cassa non oscillante, e i veicoli usati nell’Euro tunnel. Proprio in Calabria il lanificio Leo realizza prodotti di homewear, moda per la casa, fin dal 1873, segno di quella tradizione di artigianato di qualità che diventa segno di modernizzazione, che trova successo grazie anche alla “Cangiari”, fra la Locride e Gioia Tauro, mentre alla “De Tommaso” di Paola si devono le scarpe di pelle fatte a mano e usate dai divi nella notte degli Oscar e Soveria Mannelli (sede della Rubbettino), risulta essere il paese più informatizzato d’Italia, coperto per intero dal Wi-Fi. Ogni regione meridionale ha i suoi “casi” di creatività legata alle nuove tecnologie e all’e-commerce, come i pastori sardi che diventano allevatori virtuali permettendo adozioni di pecore e formaggi via web (sardiniafarm.com), mentre la Puglia spicca per il turismo culturale che recupera memorie sonore come la “taranta” e per i tanti esempi dell’innovazione tecnologica, tra cui la Sitael di Modugno che ha creato un microchip per la navicella Curiosity, le “sentinelle antisisma” prodotte nel Barese e gli appartamenti per il megagrattacielo rotante di Dubai realizzati ad Altamura. Una parte del libro – ricco di dati, riflessioni, riferimenti bibliografici, provocazioni acute (si veda la sezione relativa ai tanti “sacchi del Sud”) che uniscono attualità e riferimenti storici alla “questione meridionale”- è dedicata alla problematica situazione giovanile, ai tanti, troppi cervelli e talenti costretti alla fuga o che vivono nel pendolarismo e desiderano tornare: risorse umane preziose che si affermano nel mondo e inorgogliscono il Sud e che possono e devono diventare occasione di sprovincializzazione di molti territori, città, paesi. Una sfida intellettuale e imprenditoriale della “generazione web” (si vedano ad esempio i movimenti “Terroni 2.0” e “Cambiare il Sud”), segno visibile e dinamico di quegli «uomini dai piedi leggeri» citati da Steiner e Demarco, che possono diffondere il seme di un’altra mentalità, sicuri che «Cristo non si è fermato a Eboli», e – ci dice Patruno con ammirevole speranza – «se si era fermato s’è rimesso in viaggio».

 

Di Sergio Di Giacomo

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