Pur rimanendo materia di studi scientifici, gli algoritmi stanno avendo un impatto enorme sulla vita dell’intera umanità. È ormai impossibile infatti concepire la nostra società senza considerare la presenza dei sistemi digitali e degli algoritmi che li fanno agire. Per evitare che questi siano gestiti solamente da una elite di grandi compagnie digitali – in particolare quelle statunitensi e cinesi –bisogna democratizzare la tecnologia, passando attraverso la strada della diffusione delle conoscenze su di essa e in particolare sugli algoritmi che sono a loro fondamento.
È l’obiettivo del libro L’impero dell’algoritmo. L’intelligenza delle macchine e la forma del futuro(Rubbettino, 2021), scritto da Domenico Talia, Professore Ordinario di Ingegneria Informatica all’Università della Calabria, part time Professor alla Fuzhou University e Honorary Professor alla Noida University, nonché autore per la rivista Persone&Conoscenze, edita dalla casa editrice ESTE (editore anche del nostro quotidiano): è suo uno degli articoli della Storia di copertina del numero 153 (maggio 2020) del magazine dedicato alla Direzione del Personale.
Il saggio esamina e discute i concetti che stanno alla base degli algoritmi e analizza l’impatto sulle persone dei loro tantissimi utilizzi tramite una descrizione accurata, ma accessibile a tutti. Sono affrontati i temi più innovativi del mondo digitale, dall’apprendimento automatico ai sistemi software che governano i social media, dall’Intelligenza Artificiale alla robotica collaborativa. Gli argomenti discussi sono presentati con lo scopo di chiarire i concetti scientifici necessari a comprendere i principi e le manifestazioni dell’universo digitale e anche a ragionare sull’impatto sociale degli algoritmi: concetti, analisi e ragionamenti utili per essere cittadini informati in un mondo dominato dalle tecnologie informatiche.
L’evoluzione da cittadini a utenti consapevoli
Talia è convinto che per essere cittadini informati occorra diventare anche utenti consapevoli dei benefici che l’informatica può offrire a chi vive in questo millennio e, allo stesso tempo, comprendere le minacce ai singoli e alle comunità che l’uso delle tecnologie digitali a fini di profitto e di dominio ha generato fino a oggi e che potrà ancora generare in futuro. I concetti e i modelli proposti dai padri dell’informatica come Alan Turing sono discussi insieme con quelli di pensatori come Cartesio o Marx, per mostrare che computer e algoritmi sono usciti dal campo degli specialisti per avvolgere ognuno degli ambiti della società. Inoltre, seguendo le intuizioni premonitrici di Italo Calvino, è spiegato come il potere della leggerezza del software sia molto più importante della pesantezza dell’hardware di cui sono fatti i computer, che ubbidiscono con estrema precisione alle logiche degli algoritmi.
Il libro si conclude con uno sguardo al futuro, pensando alle nuove professioni e alle nuove competenze nate grazie alla data science, per esempio il data scientist o il data detective. Il loro fine è la progettazione di metodi per ottenere correlazioni tra informazioni, legami tra eventi, classificazione di fatti e persone che possano prevedere cosa ci accadrà domani. Una scienza e una tecnologia che in maniera rapida e analitica segue elaborazioni e previsioni, anche se molte volte non sa spiegarci le ragioni profonde di una relazione o di un fenomeno previsto