L’espressione è di un giornalista, ma a lei è così che piace essere definita. Del resto, ci sta tutta, visto che le due anime ce le ha e che la sua formazione è stata sovranazionale. Più esattamente, francese.
La tipa tosta questa volta è Marina Catena, abruzzese di Ortona a Mare. Una guerriera, sia in divisa che in tailleur. I vari riconoscimenti, che ha messo insieme nella sua carriera, ottenuti soprattutto all’estero, lo confermano. Marina è un funzionario delle Nazioni Unite e un Tenente dell’Esercito italiano, che ha cominciato ad appassionarsi al mondo militare da piccola.
“Tutto cominciò al Cimitero Canadese di Ortona a Mare – dove sono sepolti oltre 1600 soldati canadesi e alleati che hanno dato la vita per liberare il mio paese dall’occupazione nazista nella Seconda Guerra mondiale. Ma forse in questa mia scelta avranno influito anche le storie che mi raccontava mio nonno, Giuseppe Clari, un uomo coraggioso, che da Tenente dei Bersaglieri, fu catturato l’8 settembre 1943 dai tedeschi a Pinerolo, fatto prigioniero e internato nel campo di concentramento STALAG 327 a Przemysl (all’epoca Germania, oggi Polonia) e liberato dai Russi nell’agosto 1945. Morto nel ’98, il 27 gennaio 2016, in occasione del Giorno della Memoria, ha avuto la medaglia per deportati ed internati nei lager nazisti. Sono stata io a riceverla dal Prefetto di Chieti. E’ stato un momento di grande orgoglio”.
Di sicuro lui sarebbe fiero di sua nipote.
Marina, che parla cinque lingue, è stata una pioniera del progetto Erasmus. Ha frequentato l’Institut d’Etudes Politiques (Strasburgo) e lo United World College – Collegio del Mondo Unito (Duino), presieduto da Nelson Mandela.
La sua prima esperienza? Quella di hostess di volo per Air France, prima italiana assunta dalla compagnia.
Sempre cercando di conciliare l’anima di soldato e quella di umanitaria, Marina ha fatto una lunga gavetta, sino a diventare Direttrice dello United Nations World Food Programme. Dal 1999 è funzionario delle Nazioni Unite. Ha ricoperto numerosi incarichi, tra i quali quello di: Direttrice delle Nazioni Unite (WFP) per la Francia e il Principato di Monaco (2008-2017), responsabile delle relazioni con la Presidenza della Repubblica e il Governo francese. Come Tenente, è stata impegnata nella missione di pace ONU in Libano “Leonte – UNIFIL” (2007) con la Brigata Paracudutisti “Folgore” e recentemente ha preso parte all’Operazione “Strade Sicure” presso la Brigata “Granatieri di Sardegna” a Roma (2018).
Ha partecipato all’Operazione IRAQI FREEDOM e alla Missione “Antica Babilonia” (2003) a Baghdad come consigliere della Coalition Provisional Authority, guidata dall’ Ambasciatore, Paul II Bremer. Ha lavorato come consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Summit G8 a L’Aquila. E’ stata nominata Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana (2018) e Cavaliere dell’ Ordine Nazionale al Merito della Repubblica Francese, dal Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy.
Marina è stata anche responsabile della comunicazione per la Commissaria Europea agli aiuti umanitari Emma Bonino e consigliere speciale del Ministro degli Esteri francese e fondatore di Medici Senza Frontiere, Bernard Kouchner, che fu inviato del Segretario Generale ONU Kofi Annan per la Missione di peace- keeping ONU in Kosovo (UNMIK) dal 1999 al 2001 in qualità di responsabie delle relazioni con la società civile kosovara.
“Sono un puro prodotto europeo – afferma – Sono stata forgiata da quel gran laboratorio di idee e ambizioni che era l’Europa degli anni 90’. Mi arrabbio quando le straordinarie opportunità dell’Unione Europea non vengono comprese. L’UE è molto più di una burocrazia che fissa le “quote latte”, è un grande progetto di pace, prosperità e libertà. La mia formazione europea, iniziata con i miei studi Erasmus a Strasburgo e poi proseguita con i miei 7 anni presso la Commissione Europea, mi hanno fatto capire la complessità e l’importanza del sogno europeo. Sicuramente l’UE non ha saputo “raccontare” e comunicare al cittadino medio tutto ciò che di buono fa per le nostre vite. Mi auguro che un segnale forte di cambiamento arrivi alle prossime europee”.
Quanto è tosta la vita di una donna soldato e quali sono stati i suoi sacrifici?
“Sicuramente di sacrifici ne ho fatti tanti, ma ho sempre saputo ciò che volevo ottenere e dove volevo arrivare – afferma. Da donna nell’Esercito mi sono trovata a cambiare dall’interno tante cose, ma non contro i colleghi uomini, bensì con loro. Per il resto, sono sempre stata rispettata da tutti”.
Con le altre donne soldato?
“Una grande solidarietà. Pensa che pochi giorni fa, una giovane Tenente dell’Esercito incontrandomi mi ha detto: “E’ grazie al suo libro “Una donna per soldato: diario di una Tenente italiana in Libano” (RIZZOLI), se ho deciso di arruolarmi, la sua storia è stata fonte d’ispirazione per me”.
L’Italia fu l’ultimo Paese della NATO ad aprire alle donne la carriera militare. Oggi abbiamo circa il 5 percento di presenza femminile nell’Esercito. Comunque, sono questi dettagli che arricchiscono una vita sempre on the road, con rari momenti di tranquillità (mentre parliamo viene sommersa da una caterva di messaggi e telefonate, ndr).
Mi hai raccontato che il tuo modello è sempre stata la grande scrittrice Oriana Fallaci, cosa altro avresti potuto fare nella vita?
“Non mi sono mai pentita di questa “vita senza frontiere” che ho scelto.
Un evento tragico della mia vita fu l’attentato di Nassirya (2003). Trascorsi le notti prima dell’attentato proprio lì alla base militare di “White Horse”. Persi moltissimi amici e brothers in arms in quell’attentato dell’11 novembre, tra i quali il Luogotenente dei Carabinieri Enzo Fregosi e il Tenente Massimo Ficucello”.
Recentemente è uscito l’ultimo libro di Marina Catena dal titolo: Romanzo Militare, #Operazione Double Sierra (Rubbettino), sull’operazione “Strade Sicure”, che coinvolge 7000 soldati nel nostro Paese. Un romanzo in tricolore in cui la Tenente racconta l’attività silenziosa di tante giovani sentinelle che in silenzio presidiano l’Italia h24.
Tra pochi giorni Marina partirà per una nuova missione. Questa volta in Libano come casco blu nella missione di pace ONU – UNIFIL con la “Brigata Garibaldi”.
Un’altra missione tosta per una tipa tosta!
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