Giuseppe Rippa, Luigi Oreste Rintallo
Alle frontiere della libertàCome reagire alla «società delle conseguenze»
Da Domenica (Il Sole 24 Ore) del 5 luglio
Un’internazionale dei diritti umani è quello che ci vuole per rimettere al centro la persona e allontanare lo spettro di una società slabbrata, dilaniata, ostile. La società che stiamo conoscendo, che ci fa paura ma non riusciamo a contrastare perché sprovvisti di capacità interpretativa e, dunque, impossibilitati ad agire per il meglio. Ed è proprio contro questa società, definita “delle conseguenze”, che il direttore di «Quaderni Radicali» Giuseppe Rippa scaglia i suoi strali con il libro-intervista Alle frontiere della Libertà appena pubblicato per Rubbettino.
La politica ha le sue colpe, certo, e sarebbe inutile nasconderle. Ma il vero tradimento in quest’epoca opaca, dove tutto sembra congiurare per il peggioramento delle condizioni di vita, individuali e collettive, è dei Chierici, d’intellettuali che hanno perso la facoltà di vedere e prevedere, di essere da pungolo e guida per i principi novelli che senza la bussola e il conforto dell’intelligenzia non sanno che cosa fare, dove andare, che pesci pigliare. E dunque si avvitano intorno a soluzioni che non fanno che peggiorare il problema. E allora solo il filando dei valori centrali e superiori dell’uomo, in chiave squisitamente e finalmente liberale, dopo tanti falsi tentativi che hanno accentuato sfiducia e abbandono, potrà provocare quel salto in avanti in chiave riformatrice che finora è mancato. La dignità della persona, di ogni persona, qualsiasi possa essere il colore della pelle, la religione, la cittadinanza, diventail punto di partenza e di ulivo di un nuovo ordinamento adatto a rappresentare e governare una modernità per troppo tempo tradita.
Forte e legittimato dalla sua lunga e laboriosa militanza radicale, Rippa ha le carte in regola per dire e scrivere cose che altri non potrebbero perché compromessi con un sistema che per mantenersi in vita deve giocare al ribasso facendo leva sulle peggiori pulsioni dell’individuo.
Ci vogliono forza e coraggio per sfidare le convenzioni, decidere di non farsi attrarre da allettanti promesse e conservare desta l’anima e pronta la mente. Perché ci sia sempre meno posto per la corruzione morale e materiale che ci consegna al degrado.
Alle frontiere della libertà c’è la promessa di un mondo migliore non perché più comodo o più semplice ma perché abitato da gente responsabile e consapevole, che non si limiti a subire le conseguenze di disastri annunciati ma sappia dare senso e direzione alla propria esistenza e a quella degli altri. Tenendo ben fermi i cardini di uno Stato di diritto che sia garanzia e sprone per ogni abitante del villaggio globale nel quale dobbiamo imparare a vivere, in un continuo miglioramento di noi stessi assieme a tutti gli altri. La postfazione è di Domenico De Masi.
Di Alfonso Ruffo
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