Un decennio passato in guerra (ItaliaOggi (.it))

Il male inutile di Marco Lupis (il cui cognome per intero è Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita, trattandosi di barone), in uscita da Rubbettino (pagg. 248, 16 euro) con una prefazione di Janine Di Giovanni, è una utile lezione per il giornalismo italiano, e in questo senso un libro «necessario». Non solo e non tanto perché è una raccolta di testimonianze di guerra di un reporter di lungo corso, inviato speciale e corrispondente in molte aree difficili del pianeta. Ma anche, e forse soprattutto, perché Lupis ha svolto questo mestiere di giornalista sempre come collaboratore esterno di grandi giornali come il Corriere della Sera, Panorama, l’Espresso, Repubblica e Avvenire e di emittenti nazionali come Tg1 e Tg2.

Lavorando sempre come cane sciolto e spirito libero, spesso in zone di guerra, è stato fra i pochi giornalisti a seguire e raccontare i massacri di Timor est, gli scontri sanguinosi tra cristiani e islamici nelle Molucche, la strage di Bali e l’epidemia di Sars in Cina. Con le sue corrispondenze ha coperto per oltre un decennio l’intera area Asia-Pacifico, spingendosi fino alle isole Hawaii e all’Antartide. E in questo instancabile peregrinare dettato dall’inquietudine e dalla passione per la scrittura ha intervistato molti protagonisti della politica asiatica, da Aung San Suu Kay a Benazir Bhutto, denunciando nei suoi articoli le violazioni del diritti umani in Asia. Nel 2006 Lupis è rientrato in Italia e nella terra dei suoi padri, a Grotteria nella splendida Calabria ionica, ha trasformato il palazzo di famiglia in un albergo di charme. Con la moglie Caterina e i due figli (il primo figlio, Francesco, vive e lavora a Milano) forse ha trovato, dopo anni di guerra, quella pace a cui tutti ambiscono ma che a pochi è data in dono, e che ha reso indispensabile raccontare quanto la guerra sia un male inutile.

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