Nel marzo del 1943, mentre la guerra italiana a fianco della Germania nazista sembrava ormai perduta e il regime mussoliniano stava entrando definitivamente in crisi, si preparava in Umbria una resistenza fascista?
È quel che sembra emergere dal diario inedito dello storico e diplomatico Attilio Tamaro, pubblicato da Gianni Scipione Rossi con il titolo Attilio Tamaro: il diario di un italiano (Rubbettino Editore, pp. 1070, € 49,00). Protagonista di questa “resistenza” sarebbe stato Giuseppe Bastianini, a suo tempo ventenne fondatore del fascio perugino, poi gerarca di primo piano del regime.
Tamaro, all’epoca ministro plenipotenziario a Berna, incontra il sottosegretario agli Esteri Bastianini a Roma, il 21 marzo del 1943. Discutono della difficile situazione bellica, dei rapporti con la Svizzera. Ma anche delle prospettive interne.
E Tamaro riferisce del colloquio in questi termini: .
È una rivelazione che sorprende, se si tiene conto della biografia di Giuseppe Bastianini. Una vita avventurosa, tuttavia segnata nella memoria collettiva da due particolari che riguardano il crollo del regime mussoliniano. Sottosegretario agli Esteri dal febbraio del 1943, pur non essendone membro partecipò alla seduta del Gran Consiglio del 24/25 luglio e votò a favore dell’ordine del giorno Grandi, che mise fine alla dittatura. Dieci giorni prima, avrebbe tentato di convincere il duce che la guerra era perduta ed era ormai necessario tentare una pace separata con gli Alleati. A questo fine, d’intesa con il segretario di Stato vaticano, cardinale Luigi Maglione, tentò un contatto a Lisbona attraverso il banchiere Nino Fummi. Ma gli eventi precipitarono e il tentativo sfumò. Di questa mossa disperata avrebbe informato lo stesso Mussolini, che avrebbe accettato informalmente. Anche secondo la testimonianza del diplomatico Egidio Ortona, Bastianini avrebbe detto a Mussolini . Bastianini confermò nelle sue memorie, pubblicate nel 1959 dal piccolo editore Vitagliano con il titolo Uomini, cose, fatti: memorie di un ambasciatore. Due anni prima aveva pubblicato a Parigi il dolente Lorsque Dieu passe… Vie de Sant François d’Assise. Le sue memorie politiche sono state riedite nel 2005 da Rizzoli, con il titolo Volevo fermare Mussolini.
Sottotenente degli Arditi nella Grande Guerra, Bastianini fu segretario del primo fascio di Perugia e vicesegretario del PNF nel 1921. Appresa a Napoli da Mussolini l’imminenza della marcia su Roma, rientrò a Perugia e ordinò l’occupazione della città nella notte tra il 27 e il 28 ottobre del 1922. Fascista intransigente, nel regime fece rapidamente carriera. Segretario dei Fasci all’estero dal 1923, deputato dal 1924, diplomatico dal 1927, ambasciatore a Londra, controverso governatore della Dalmazia dal 1941, sottosegretario di Ciano agli Esteri e poi, silurato nel febbraio del 1943 il “genero del regime”, dello stesso Mussolini. Infine, il “tradimento” in extremis. Un percorso come tanti. Al quale poco forse si potrebbe aggiungere se non fosse emersa questa testimonianza di Attilio Tamaro, che proprio Bastianini nel giugno del 1943 richiamò da Berna, dov’era ministro plenipotenziario, perché espulso dal PNF con l’accusa di aver aiutato l’imprenditore ebreo Camillo Castiglioni.
Pochi mesi prima del tentativo di ottenere una pace separata con gli Alleati e del voto del Gran Consiglio, Bastianini sarebbe stato dunque pronto a organizzare nella “sua” Umbria la – per così dire – “resistenza” fascista. E migliaia di neo-squadristi sarebbero stati pronti a seguirlo, a ogni costo. Anche alleandosi con la resistenza comunista. Una testimonianza che merita un approfondimento della ricerca storiografica sugli ultimi momenti del fascismo umbro. Il diario di Tamaro – introdotto da un’ampia biografia – copre un lungo periodo di storia italiana, dal 1911 al 1949, ed è denso di spunti. Non mancano annotazioni anche sul diplomatico eugubino Serafino Mazzolini, che contrariamente a Tamaro aderì alla Repubblica Sociale Italiana e ne fu sottosegretario agli Esteri. Lo stesso Rossi ne pubblicò biografia e diari inediti in Mussolini e il diplomatico (Rubbettino, 2005).