” Macchina del fango di Travaglio contro Orsini “Adesso tutti i suoi fan mi insultano sul web”
di Jacopo Granzotto
(da ilGiornale.it – mercoledì 06 luglio 2011)
Il professore bersagliato sul web per l’articolo sugli scontri in Val di Susa pubblicato dal Giornale: “Mi accusa di cose che non ho scritto, c’è un clima da inquisizione”.
«Travaglio è un cattivo giornalista e mi ha rovinato la vita». È preoccupato il professor Alessandro Orsini. Da quando Marco Travaglio lo ha accusato sul suo blog di paragonare i No Tav alle Br la sua posta elettronica pullula di insulti. C’è poco da stare allegri anche perché l’attacco è stato ripreso da Beppe Grillo. Eppure, il vanitoso opinionista avrebbe preso un granchio. L’analisi apparsa lunedì sul Giornale , riguardava infatti Brigate Rosse e black bloc. Bella differenza. E grave leggerezza per un addetto ai lavori che, invece di soffermarsi sul richiamo in prima, avrebbe dovuto leggere bene il commento a pagina 4.
Professor Orsini, lei è stato duramente attaccato da Marco Travaglio per il suo articolo sui black bloc. Perché?
«Perché Travaglio non ha letto nemmeno una parola di ciò che ho scritto, fornendo un esempio di cattivo giornalismo».
Qual è stata l’accusa di Travaglio?
«Avrei affermato che i No Tav sono come i brigatisti rossi. Mai detto. Nel mio articolo non compare mai la parola No Tav. Travaglio se l’è inventata».
Allora perché questo attacco?
«Perché Travaglio ragiona in maniera primitiva: se scrivi un articolo per il Giornale sei moralmente corrotto. Sei sul libro paga di Berlusconi. Tengo a precisare che non ricevo compensi per i miei articoli. Il fatto che debba precisarlo mi fornisce una misura precisa del clima da inquisizione in cui siamo precipitati. Se avessi scritto le stesse cose su il Fatto Quotidiano , Travaglio mi avrebbe applaudito».
Ma lei è un uomo di sinistra?
«Sono un uomo di sinistra da sempre, ma questo non ha niente a che vedere con i miei studi. Uno studioso ha il dovere di dire ciò che pensa, anche se questo può danneggiarlo. La prima regola che un giovane studioso dovrebbe imparare è quella di non aver paura. Soprattutto di quelli come Travaglio. Io affermo un principio: la cultura è libera. La cultura è di tutti. Se un giornale di destra mi chiede un’analisi sulla violenza politica, accetto. Se uno studioso arriva a dire: “Io con te non parlo perché stai dall’altra parte”, la cultura non è più libera. Diventa una cosa per te e per i tuoi amici e si costruisce un detto».
Dopo l’attacco di Travaglio che cosa è successo?
«Ho ricevuto tante mail di insulti. Molti mi hanno criminalizzato per una cosa mai detta, mi hanno dato del corrotto, del criminale, del porco, del servo di Berlusconi…».
Il suo libro «Anatomia delle Brigate rosse» è considerato un classico. Una rivista di Harvard lo ha definito “libro di alto prestigio intellettuale”. Perché è così inviso alla sinistra?
«Non a tutta la sinistra. È inviso alla sinistra più legata alla storia del Pci perché documenta il ruolo pedagogico del Partito comunista nella nascita delle Br. Un ruolo fondamentale».
Che cosa non le piace della sinistra?
«La faziosità e la tendenza di una certa sinistra a demonizzare l’avversario. La cultura dei roghi accomuna il fascismo e il comunismo. Ma queste cose le diceva Filippo Turati, non affermo niente di nuovo. È documentato negli atti congressuali del partito socialista. Ecco, la sinistra italiana dovrebbe tornare a Filippo Turati ed essere più critica con Palmiro Togliatti, che su Turati scrisse cose orribili nel giorno della sua morte. Per non parlare di Antonio Gramsci, uno dei più grandi maestri della pedagogia dell’intolleranza. Un uomo che invitava a odiare gli avversari politici. È il tema di un mio saggio che verrà pubblicato sulla rivista La nuova Storia Contemporanea . Mi piacerebbe che la sinistra avesse il coraggio di parlare di queste cose, piuttosto che sempre della vita privata di Silvio Berlusconi».
leggi l’articolo del Prof. Orsini “I black bloc uguali alle Br? Hanno gli stessi bersagli”
leggi l’articolo di Marco Travaglio “Tav: giornali black col cervello in bloc”
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