Da Il Secolo XIX dell’11 gennaio
Mentre in Europa (e nel mondo) si discute del ritorno nelle librerie della Germania, dopo 70 anni, del “Mein Kampf” di Adolf Hitler, di cui l’Istituto di storia contemporanea di Monaco di Baviera ha appena pubblicato un’edizione critica curata da un gruppo di studiosi, due volumi di 2.000 pagine, in vendita al prezzo di 59 euro, le cui prenotazioni sono arrivate a quota 15.000, in Italia si registrano due uscite in contemporanea, giovedì prossimo, dedicate agli scritti di Benito Mussolini dal fronte della Prima guerra mondiale.
Il Mulino manda in libreria, “Il mio diario di guerra” (200 pagine, 18 euro), a cura di Mauro Isnenghi, che firma l’introduzione al volume. Un esempio del diario del futuro Duce? “Ore quindici. Raffica di artiglieria austriaca. Crepitio di proiettili. Schianto di rami. Turbine di schegge. Un grosso ramo, stroncato da una granata, si è abbattuto sul mio riparo. Ci sono due feriti nella mia compagnia. Passa un morto del XXXIX battaglione. Un altro morto degli alpini. Il bombardamento è finito. È durato un’ora. I bersaglieri escono dai ripari. Si canta”. «Chi apra oggi queste pagine – dice il curatore – troverà una cronaca tra le più incisive e fresche entro la vasta memorialistica della Grande Guerra».
Un testo in presa diretta, ma tutt’altro che ingenuo, sottolinea Isnenghi: Mussolini accreditava un’immagine duplice di sé, leader rivoluzionario ma anche disciplinato gregario in grigioverde, esempio di un’inusitata immedesimazione fra istituzioni e popolo.
Il “Giornale di guerra” di Benito Mussolini, pubblicato a puntate sul Popolo d’Italia tra il dicembre 1915 e il febbraio 1917, esce in libreria anche per Rubbettino in un’edizione critica con oltre 400 note di accompagnamento (344 pagine, 16 euro), curata da Alessandro Campi, storico dell’Università di Perugia e direttore della “Rivista di Politica”. Alla guerra Mussolini partecipò come bersagliere semplice, combattendo per un anno e mezzo, sino al suo ferimento, avvenuto sui fronti dell’Alto Isonzo, della Carnia e del Carso. Secondo Campi, la cronaca della guerra firmata da Mussolini, letta senza pregiudizio ideologico ma come documento storico, «aiuta a comprendere non solo la sua successiva avventura politica, ma anche e soprattutto le caratteristiche e le peculiarità di quel particolare e tragico evento bellico».
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