Dobbiamo essere tutti grati a Mimmo Talia, un calabrese che insegna all’Universita’ della Calabria Ingegneria informatica, per averci regalato in questi ultimi anni i saggi piu’ pregnanti ma anche piu’ abbordabili sul mondo che sta cambiando attorno a noi -e di cui spesso non ci accorgiamo nemmeno – legati al mondo digitale.
Prima con La societa’ calcolabile e i big data ed ora con L’impero dell’algoritmo (entrambi editi da Rubbettino) Talia, infatti, ci consegna riflessioni sulla tecnologia informatica che io considero decisivi.
Questo saggio esamina e discute i concetti che stanno alla base degli algoritmi e analizza l’impatto sulle persone dei loro tantissimi utilizzi tramite una descrizione accurata ma accessibile a tutti. Vengono affrontati i temi più innovativi del mondo digitale, dall’apprendimento automatico ai sistemi software che governano i social media, dall’intelligenza artificiale alla robotica collaborativa. Gli argomenti discussi sono presentati con l’obiettivo di chiarire i concetti scientifici necessari a comprendere i principi e le manifestazioni dell’universo digitale e anche a ragionare sull’impatto sociale degli algoritmi. Concetti, analisi e ragionamenti utili per essere cittadini informati in un mondo dominato dalle tecnologie informatiche. Per diventare utenti consapevoli dei benefici che l’informatica può offrire a chi vive in questo nuovo millennio e, allo stesso tempo, per comprendere le minacce ai singoli e alle comunità che l’uso delle tecnologie digitali a fini di profitto e di dominio ha generato fino a oggi e che potrà ancora generare in futuro.
La letteratura su questo tema è sempre più crescente. Con Rubbettino Talia pubblica questo testo che contribuisce, al vasto pubblico, ad approfondire termini e nozioni, concetti e pensieri legati all’algoritmo e alla sua incidenza reale nella nostra vita.
“Questo testo – scrive l’ autore nell’introduzione – ha l’obiettivo di analizzare e discutere i concetti che stanno alla base degli algoritmi e del loro utilizzo sotto forma di programmi software eseguiti dalle tante macchine digitali di cui disponiamo“.
Il volume è suddiviso in 20 capitoli:
1. Parole, numeri e algoritmi.
2. La mediazione della realtà.
3. Computo ergo sum.
4. Algoritmi capaci di apprendere.
5. Calvino e i bit senza peso.
6. Come tanti Tiresia postmoderni.
7. Egemonia algoritmica e software power.
8. Un nuovo general intellect.
9. Progettisti o progettati?
10. Techlash e luogofagia.
11. Dati, algoritmi e sorveglianza.
12. Il modello sociale delle piattaforme digitali.
13. Robot, lavoro e formazione.
14. Bambagia digitale ed educazione al futuro.
15. Agnotologia e nuovi paradigmi cognitivi.
16. Singolarità e Homo artificialis.
17. Il pensiero calcolante e le due libertà.
18. Uomini e macchine nella pandemia.
19. Linguaggi per macchine senza umani.
20. Gli algoritmi e la forma del futuro.
“La predizione automatica del nostro futuro – evidenzia Talia – è uno degli obiettivi principali della cosiddetta data science. È l’algoritmo che apprende dai dati come noi apprendiamo dall’esperienza, anche se molte volte non sappiamo dare una spiegazione chiara degli avvenimenti che accadono intorno a noi. La civiltà digitale si configura sempre più come una lunghissima concatenazione di procedure che si assoggetta alla procedura di codifica universale rappresentata dalle tecnologie digitali che promuovono il formale, puntano al totale automatismo e spingono per la vittoria del pensiero computazionale a danno di quello emozionale e della coscienza“.