Da Il Corriere del Mezzogiorno del 26 marzo
«Bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla. È importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto… Non ci vuole niente a distruggerla», dice Peppino Impastato a Salvo Vitale ne “I cento passi” di Marco Tullio Giordana.
Questa citazione è la chiave di volta di “Opzione zero”, saggio di Francesco Delzìo edito da Rubbettino.
L'”Opzione zero” è il freno che impedisce all’Italia di cambiare rotta e di crescere sia sul piano morale che su quello economico. È il virus che si è impadronito di chi prende decisioni importanti.
Delzìo, manager e responsabile delle relazioni esterne per Atlantia e Autostrade per l’Italia, ne ha discusso sabato pomeriggio 21 marzo ’15 presso la sala consiliare del comune di Ruvo di Puglia con Paolo Pinto di ruvesi.it, Fabio Ferrante per il Livenetwork e Claudio Cantatore, dottore commercialista.
L’opzione zero – sostiene l’autore – è la decisione di non fare, principale responsabile della crisi di immobilismo che attanaglia il nostro Paese.
Ma il libro, lungi da qualunque tipo di pessimismo, è in realtà uno sprone «per attivare l’opzione uno, quella utile a ripartire», evidenzia il manager di origini barlettane. La copertina parla chiaro: un interruttore rosso, in posizione “O”, dalla spiccata tridimensionalità che invita ad essere acceso per invertire la rotta.
L’homo homini lupus, ripreso a più battute da grandi del pensiero e della letteratura occidentale come Plauto, Erasmo da Rotterdam, Bacone e Hobbes, continua a impregnare col suo fetore le relazioni tra gli esseri umani. Paradigmatico è quanto accade durante il Palio di Siena dove, più che pensare a vincere superando gli avversari, ogni fantino mira ad ostacolare gli stessi, «una metafora spettacolare dell’Italia e degli italiani».
L’Italia è lo stato al mondo che possiede il maggior numero di siti patrimonio dell’umanità protetti dall’Unesco: ben 50. Un primato invidiabile, se si sapesse realmente come valorizzarlo. Il Belpaese, in realtà, investe in cultura meno della metà di numerosi stati europei.
L'”Opzione zero” si manifesta sotto diverse forme, proprio come i virus più temibili: nella pubblica amministrazione come l'”obiettivo di non decidere”; nella questione meridionale, quando si pensa che, risolvendo i problemi dell’Italia si risolvano anche quelli del Sud; così come nel mondo del lavoro.
Un primo passo in avanti verso la ripartenza, evidenzia l’autore di Opzione zero, è il «jobs act, un ottimo strumento per ripartire nel mondo del lavoro, perché per la prima volta il governo italiano torna a investire sul lavoro e non sulle rendite, né sull’immobilizzazione del capitale, ma su quello che ha reso grande l’Italia a partire dal dopoguerra, cioè il lavoro».
«Il Mezzogiorno, continua Delzìo, ha disperato bisogno di una strategia shock che apra lo stagno d’acqua stantia dell’economia meridionale, trasformandolo in un mare trasparente dove possano arrivare capitali, idee e talenti provenienti dal mondo». La sua ricetta prevede l’istituzione di una no tax area, che trasformi il Sud in un’area capace di ingolosire gli investitori con un regime a fisco e burocrazia zero.
La panacea per l’Italia esiste già, Delzìo ne è certo. Si chiama bellezza: non propriamente quella del premio Oscar Sorrentino, che non trasmette un’immagine positiva dello Stivale, ma quella adorata in ogni angolo del globo, il patrimonio prediletto da milioni di turisti.
«Ognuno di noi – conclude – può svegliarsi domani e ricominciare a decidere assumendosi una piccola porzione di responsabilità, schiacciare quel bottone e trasformare un’opzione zero in un’opzione uno».
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