Il libro di Gaetano Quagliariello racconta un cammino fisico, quello di San Benedetto, intrecciato a un cammino spirituale fatto di condivisione e ascolto
‘Camminare chiarisce le idee e soprattutto impedisce di lambiccarsi il cervello con interrogativi senza risposta, mentre a letto si rimugina l’insolubile fino alla vertigine‘. Il pensiero del grande filosofo Emil Cioran forse meglio di altri restituisce una delle molteplici chiavi di lettura del libro fresco di stampa ‘Strada facendo – in cammino lungo i sentieri dell’Italia di mezzo’ del senatore Gaetano Quagliariello, edito da Rubbettino.
Un libro che racconta un cammino fisico, quello di San Benedetto (trecento chilometri che conducono da Norcia fino a Cassino sfiorando i Monti Sibillini e attraversando Subiaco), intrecciato a un cammino spirituale, fatto di condivisione, confronto e ascolto. Protagonisti di questo itinerario sono lo stesso Quagliariello, don Liberio Andreatta, storico responsabile della Opera romana pellegrinaggi e i giornalisti Antonio Polito e Franca Giansoldati, vaticanista del Messaggero.
E in parallello al variopinto sentiero naturale, fatto di paesaggi che cambiano forma e sapori anche repentinamente, pur restando indissolubilmente collegati, fatto di luoghi di culto e spartani ricoveri, nel suo libro-diario Quagliariello disegna un sentiero di riflessioni che spaziano dai temi religiosi, a quelli filosofici e storici, fino a toccare la contingenza politica e l’esigenza di riscoprire le province, i ‘Comuni minimi’, quella ‘Italia di mezzo’ intesa come periferia geografica e umana del nostro Paese.
Quella stessa periferia, troppo spesso dimenticata, ma dalla quale può nascere il cambiamento, la novità e la rivoluzione che si trasforma in ripresa. Che diventa ricostruzione dalla crisi pandemica, ma anche valoriale e politica. Un nuovo inizio che veda, magari, il fiorire di una nuova generazione che possa sognare ancora una volta una vittoria, prima di ammettere, per parafrasare Gaber, l’inevitabile caduta. Ciclo vitale eterno fatto di stagioni, nascita, morte e risurrezione. E allora, in questo contesto, Quagliariello propone anche un vero e proprio decalogo per salvare le aree interne, per porre un argine all’abbandono delle campagne, un fenomeno che già Luigi Tenco denunciava con malinconia nella sua ultima canzone.
Il libro, seguendo anch’esso nella forma il tortuoso percorso fisico, in questo passaggio cambia pelle, lo stile romanzato e delicato della prima parte si fa tecnico nel finale per esprimere concetti specifici e provare a immaginare soluzioni. Un cammino nel cammino, nella consapevolezza che il vero cammino in fondo è ‘metafora della esistenza che, così come la vita ben spesa, riesce a fornire continuamente motivi per meravigliarti, per sostituire allo scemare delle sensazioni la gioia dell’approssimarsi della meta ultima, laddove incontrerai tutti quelli che ti hanno preceduto, quelli che hia superato e quelli coi quali hai deciso di condividere l’intero percorso’.
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