Gli scritti dell’ultimo decennio raccolti da Antonio Pileggi in questo volume rappresentano l’impegno civile liberale in modo assai efficace. Essere liberale in politica significa curare giorno per giorno le regole della convivenza al fine di renderla il più possibile aperta alle interrelazioni tra i cittadini e alle loro scelte. Questa convinzione ha fatto da stella polare al suo impegno politico, ha inquadrato lo specifico senso liberale della partecipazione più volte trattata negli articoli ed è alla base dell’ordine in cui gli scritti si succedono. Cominciano con la stagione referendaria, proseguono con la scuola e il diritto allo studio, poi la Pubblica amministrazione e così via toccando tematiche della convivenza essenziali per i liberali.
In questo modo, gli articoli di Antonio Pileggi riportati nel volume sono un esempio di come un liberale, applicando il metodo della libertà, affronta in diretta i problemi politici che si presentano. Non per caso l’Autore innanzitutto si sofferma a lungo sulla questione delle regole e della comunicazione in politica. Due aspetti che sono il cuore del sistema istituzionale trovato sperimentalmente mediante l’esperienza storica per far interagire quantità̀ sempre più̀ elevate di individui diversi”
… “La stabile confusione tra partiti e istituzioni prodottasi in Italia, ha creato l’abitudine, inesistente in origine, di stare a capo contemporaneamente di un partito e del governo (il che indebolisce parecchio, se non del tutto, la distinzione funzionale tra i due ruoli). L’abbandono del criterio delle idee e dei progetti quale elemento costitutivo di ciascun partito, ha prodotto l’esplodere del leaderismo, la tendenza a sostituire alle correnti di pensiero le correnti di potere, lo scivolare del dibattito politico verso il plebiscitarismo.”
… “Il finale del volume è costituito dall’Appendice. I cui testi e argomenti, suddivisi in quattro parti, rafforzano il filo conduttore degli scritti raccolti nel corpo del libro. La prima parte richiama il tentativo dell’Alde di presentarsi in Italia alle elezioni Europee del 2014. Tentativo riuscito solo nel presentare una lista ma fallito nella sostanza” … “La seconda è un dialogo dell’Autore con un personaggio di grande rilievo delle istituzioni, Luigi Mazzella di formazione liberale” …”La terza parte, cui l’Autore ha dato un titolo icastico («dal partito scomodo al partito di comodo»), concerne le vicende delle liste elettorali nel 2018.” … “La quarta parte riporta quattro documenti assai significativi, di cui, per brevità, vanno segnalati il primo (un testo dai Quaderni della Critica di Benedetto Croce assai noto tra i liberali) e l’ultimo (il secondo Manifesto dell’Internazionale Liberale a Oxford nel 1997, nel cinquantennale del primo Manifesto). Insomma, anche l’appendice è tutt’altro che banale, dato che irrobustisce il senso della concretezza dei principi e dei comportamenti liberali, insieme confermando il tratto signorile dell’esposizione. Una modalità in apparenza meno clamorosa delle grida scomposte abituali nei dibattiti odierni, ma alla lunga ben più eloquente e persistente.
Questo volume di Antonio Pileggi, così come il liberalismo di cui tratta, è una cosa viva che si proietta in avanti tenendo i piedi per terra. È una lettura utile, soprattutto per i comportamenti indotti, in un’epoca in cui stanno venendo al pettine i disastri compiuti, in Italia e in diverse parti del mondo evoluto”…
(Dalla prefazione di Raffaello Morelli)
Il libro è corredato anche di una interessante post-fazione scritta da Domenico Gallo, da Luciano Corradini e da Enzo Palumbo, tre Personalità di differente ispirazione culturale: quella socialista, quella cattolica e quella liberale.
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