Specializzazione e competenze trasversali le carte vincenti per ottenere un impiego (IlSole24Ore)

del 15 Maggio 2012

Da IlSole24Ore – 14 maggio 2012
Caccia a progettisti e sarti. Le società di «head hunting» allargano il loro raggio d’azione

La parola d’ordine è specializzazione. Anche in tempi di crisi le imprese non rinunciano agli addetti iper qualificati, profili che giocano un ruolo decisivo nella competizione sul mercato. È questo il filo rosso delle campagne di recruiting avviate dalle principali agenzie per il lavoro – divisioni permanent, che si occupano di ricerca e selezione a tempo indeterminato – e dai cacciatori di teste interpellati dal Sole 24 Ore del lunedì.La società Experis di Manpower – specializzata nella ricerca di professional, middle e top manager – segnala che sono indispensabili i profili finanziari nelle imprese, soprattutto medio-grandi, tra cui risultano più difficili da trovare controller e chief financial officer. Le figure commerciali, secondo l’osservatorio del gruppo guidato da Stefano Scabbio, «sono molto richieste a tutti i livelli sia junior sia senior, a partire dal sales manager fino all’area ed export manager». Ma è sulla divisione engineering che si concentrano “le primule rosse”: progettisti, responsabili sicurezza ambientale, specialisti di manutenzione rappresentano solo alcune delle figure più richieste nelle regioni italiane e ardue da rintracciare sul mercato.

Da Adecco segnalano che «il settore-calamita – dice Nadia Cristofoli, permanent placement manager – è quello metalmeccanico: al Nord e al Centro il comparto esprime il 60% di tutte le richieste a tempo indeterminato. Buyer, supply chain manager, export area manager per il Far West, progettisti senior, tecnici per la logistica e direttori operation sono le figure più gettonate». La caccia è più difficile per «i profili che richiedono mobilità internazionale – sottolinea Cristofoli -, per i manutentori senior in area stampaggio, per i sarti specializzati richiesti dagli atelier di alta moda, tutte figure per cui i tempi di ricerca sono 5-6 settimane rispetto al mese che in media si impiega per gli altri profili». Anche le società di headhunting hanno aperto la “caccia” a modellisti, banconisti, falegnami- designer, ispettori di qualità. Tutti mestieri che richiedono ottime competenze manuali e decenni di esperienza nei settori di riferimento: moda, lusso, oreficeria, profumeria, pelletteria e accessori, design. «La Cgia di Mestre stima che nel 2020 saranno 385mila i posti di lavoro manuali a rischio per mancata successione. Il 5-10 per cento riguarda artigiani altamente qualificati» afferma Giancarlo Pozzoli, responsabile worldwide ricerca e selezione di Gi Research. Quando si parla di head hunter si pensa spesso agli esperti chiamati a individuare e reclutare manager ed executive per conto di aziende clienti. Ma alcune divisioni intermedie stanno ricevendo sempre più proposte di lavoro per artigiani. Le figure più richieste sono quelle dei modellisti: professionisti che si occupano di trasformare l’idea di design in prodotto, sia nel campo della moda sia in quello della gioielleria, pelletteria e accessori, con le declinazioni del caso. Particolarmente apprezzati anche gli ispettori di qualità, «che hanno lavorato a lungo nelle concerie e che sono ricercatissimi dalle società di accessori, perché sanno appurare che la pelle utilizzata è resistente all’usura e alle intemperie» spiega Pozzoli. Anche Raphael Fleischer di Experteer Italia conferma il trend: «Ci sono alcuni consulenti di executive search che si specializzano su industrie specifiche come quelle della moda. Cercano quindi candidati con competenze molto mirate, che si basano su conoscenze tecniche poco diffuse nel mercato del lavoro, come i sarti, gli stilisti o i programmatori Cad per la maglieria». Il compito, anche per le società specializzate in head hunting, è particolarmente complesso. «Parliamo di professionisti senior – osserva Francesco Tamagni, managing director di Intermedia Selection, società di middle management di Key2people – che molto raramente rispondono agli annunci, spesso non hanno mai scritto un curriculum vitae e di certo non sono presenti sui social network. Sono molto legati al territorio e difficilmente accettano di spostarsi». Ecco allora che divengono fondamentali le reti di conoscenze degli head hunter per scovare i professionisti migliori. La retribuzione? «I capi dei team possono guadagnare tra i 50 e gli 80mila euro lordi l’anno. Per i responsabili delle strutture si sale anche a 100mila euro. Per i modellisti con un buon background e qualche anno di esperienza parliamo invece di 40-45mila euro. Ma ci sono differenze sensibili a seconda dell’area geografica di inserimento» conclude Tamagni.

 

Di Francesca Barbieri  e Andrea Curiat

Altre Rassegne