L’intenso rapporto tra Leonardo Sciascia e il cinema rivive in una duplice iniziativa siciliana. Da un lato la mostra con una raccolta di istantanee di Enrico Appetito scattate durante le riprese del film Il giorno della civetta di Damiano Damiani. Dall’altro, la presentazione ufficiale a Taormina del libro Sciascia e il cinema. Conversazioni con Fabrizio edito da Rubbettino in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia
Sono 120 le immagini di Enrico Appetito, scattate durante le riprese de “Il giorno della civetta” per una mostra che è soprattutto un omaggio all’impegno civile di Leonardo Sciascia. Si tiene a Racalmuto, nella sede della Fondazione Leonardo Sciascia fino al 19 settembre. Occuperà non solo i locali della Fondazione, ma anche quelli del Teatro Regina Margherita, del Municipio; e alcune immagini faranno addirittura capolino per le strade del paese. “Il giorno della civetta” fu scritto da Sciascia nel 1961. In un’edizione del 1972, lo scrittore aggiunse un’avvertenza in cui precisò: “Ho scritto questo racconto nell’estate del 1960. Allora il Governo non solo si disinteressava del fenomeno mafioso, ma esplicitamente lo negava”. La Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia fu istituita per la prima volta dalla legge 1720 del 20 dicembre 1962.
Nel 1968 “Il giorno della civetta” divenne un film, diretto da Damiano Damiani e interpretato da Franco Nero, Claudia Cardinale. Il cinema fece da amplificatore e il libro raggiunse così un’ancor più vasta platea. La mostra ci riporta ad un’altra calda estate, quella del 1968, durante le riprese di questo film: ed è anche un viaggio in quel cinema italiano. Il libro “Sciascia e il cinema. Conversazioni con Fabrizio” edito da Rubbettino in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e disponibile nelle librerie e su tutte le piattaforme online, è una lunga e sfaccettata intervista sospesa fra ricordi e confidenze, riflessioni e divagazioni. Fabrizio Catalano, regista e nipote dell’autore siciliano, conversa con l’amico Vincenzo Aronica, giornalista, aprendo per la prima volta al pubblico “la porta di casa Sciascia”. Insieme rileggono in modo acuto e informale, con racconti e aneddoti anche personali, la filmografia di Sciascia.
Il volume è arricchito da una conversazione inedita fra Giuseppe Tornatore e Roberto Andò, due cineasti che con l’autore de “Il giorno della civetta” e “La scomparsa di Majorana” hanno avuto un rapporto intenso e duraturo; e da una postfazione del regista Beppe Cino: originario di Racalmuto come Sciascia, che ha avuto occasione di frequentare fin dalla più giovane età. Da sempre appassionato di cinema, fino al punto da schedare i film che vedeva da ragazzo con tanto di giudizi in forma di “stellette”, Sciascia ha poi regalato al cinema italiano alcuni dei soggetti più formidabili e inquietanti, per la loro capacità di raccontare la mafia da un punto di vista antropologico e di leggere la realtà e la politica in modo spesso profetico.
Pellicole di grande successo, con titoli radicati nell’immaginario collettivo come “Todo modo” di Petri, “Cadaveri eccellenti” di Rosi e “Il giorno della civetta” di Damiani, non esisterebbero senza i libri di Sciascia che le hanno ispirate; per non parlare della sua collaborazione diretta con Florestano Vancini per “Bronte”, uno dei film più duri e realistici sul Risorgimento. Il libro è corredato da un vasto materiale iconografico, composto, oltre che da immagini provenienti dall’archivio della Cineteca Nazionale e della famiglia Sciascia, da alcuni scatti d’autore di Ferdinando Scianna, Giuseppe Leone ed Enrico Appetito.
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