Il film “Scartati” conferma l’intuizione di Madre Teresa di Calcutta. “Non c’è nessuno più povero della vittima dell’aborto“. Una verità documentata dalla pellicola sulla vita spezzata dall’interruzione volontaria di gravidanza. Esce martedì nelle sale italiane “Unplanned“, il film tratto dal libro di Abby Johnson “Scartati”. L’autrice del libro (Rubbettino) è menzionata anche nel titolo dell’edizione italiana del film. E’ Abby Johnson. Dipendente della più grande organizzazione abortista statunitense. Poi diventata attivista pro-life. Da Planned Parenthood (la rete di cliniche abortive più potente d’America) alla difesa della vita. Testimonianza sul campo del no all’aborto.
Secondo papa Francesco “abortire è come affittare un sicario”. Il quinto comandamento “Non uccidere” pone il valore della vita alla base dei rapporti umani. Perché “Dio ama ogni vita“. Tutto il male operato nel mondo si riassume per il Pontefice in questo: “Il disprezzo della vita”. Guerre. organizzazioni che sfruttano l’uomo e l’ambiente. Cultura dello scarto. Sono tutti “sistemi che sottomettono l’esistenza umana a calcoli di opportunità“. Disprezzare la vita, in ogni sua fase, è uccidere. A cominciare dalla vita del concepito. “Soppressione della vita umana nel grembo materno. In nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile o semplicemente umano un atto che sopprime la vita inerme nel suo sbocciare?- si chiede Jorge Mario Bergoglio-. È giusto far fuori una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può. Non è giusto. E’ come affittare un sicario”.
Dalla parte degli “scartati”
La storia di Abby Johnson è appunto una storia di sofferenza e di scelte personali. Quando Abby Johnson decide di lavorare per Planned Parenthood fa una scelta dettata dal suo sincero interesse verso la condizione di donne che non hanno strumenti e forze per portare a termine una gravidanza. Sarà tuttavia l’assistere a un aborto in diretta che le farà cambiare radicalmente opinione. Mettendo in crisi le sue convinzioni. L’autrice narra i fatti che ha vissuto in prima persona. Le sue emozioni. Il suo dialogo con Dio. Le motivazioni ideali che l’avevano spinta a entrare in Planned Parenthood. E gli scrupoli morali che l’hanno portata a rifiutare per sempre l’aborto come soluzione ai problemi delle donne. Abby Johnson non esita a parlare dei segreti più terribili della sua vita. Ma non usa mai, verso nessuno, parole d’odio o di condanna. La sua vicenda dimostra che a fare la differenza nel dibattito sull’aborto può essere l’amore. La gentilezza. E la compassione.
Cultura dello scarto
L’aborto, ribadisce papa Francesco, è “frutto della cultura dello scarto“. Nell’intervista al Tg5 il papa si domanda come accoglie la società di oggi le persone più fragili. Quelle più bisognose di aiuto. Di attenzione. Di sostegno. Quelle che per la mera logica consumistica non sono “utili”. Non portano “valore aggiunto“. Secondo sistemi privi di valori profondi. Semplicemente si “scartano”. È così per i bambini non voluti. Gli anziani fragili. I malati terminali. I migranti lasciati morire in mare. “Le persone che non sono utili si scartano. Si scartano i bambini. Non volendoli. O mandandoli al mittente quando si vede che hanno qualche malattia. O quando semplicemente non sono voluti. Prima della nascita vengono cancellati dalla vita. Io ho il diritto di fare l’aborto? La risposta scientifica: la terza settimana. Quasi la quarta. Ci sono tutti gli organi del nuovo essere umano nel grembo della mamma. E’ una vita umana. E’ giusto cancellare una vita umana per risolvere un problema. Qualsiasi problema? No, non è giusto. È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Uno che uccida la vita umana? Questo è il problema dell’aborto. Scientificamente e umanamente”, afferma il Papa. La storia di Abby lo conferma.
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