Una filosofia che possa davvero esser definita tale deve avere cura del tutto, secondo il monito di Periandro di Corinto. Ed è con questo intendimento che si apre la riflessione di Giancarlo Vianello espressa nel suo ultimo volume, pubblicato con Rubbettino, dal titolo Saturnia Tellus. L’anima dei luoghi: l’uomo – ancestralmente sospeso tra la razionalità e il mito, dimensioni conciliate in maniera sempre difficile e nuove, ma sempre tenute in qualche modo in equilibrio – si trova oggi nella inedita e pericolosa situazione nella quale la razionalità non solo ha preso il sopravvento, rompendo l’armonia, ma rivendica addirittura il sacrificio di ogni altro aspetto dell’umano – quello che da sempre rimanda alla sfera del religioso o, più in generale, dell’ulteriore – sull’altare dell’evidenza.
L’uomo pensa insomma di poter fare ciò che vuole di ogni cosa: della natura, in primo luogo. Domani – forse – degli altri (qualche segnale preoccupante è già all’orizzonte). Ma i danni si vedono già: il pianeta non regge più lo squilibrio del sistema industrial-capitalistico, soprattutto da quando è stato diffuso all over the world dalla globalizzazione, e si teme sempre più per una situazione climatico-ambientale che rischia di crollare, nel peggiore dei modi, sotto i nostri occhi.
A lungo si è cercato di spacciare ogni preoccupazione al riguardo per un residuo pre-scientifico e fondamentalmente irrazionale da mettere da parte, magari con un sorrisino di condiscendenza; ma oggi è la scienza stessa a certificare che la frattura si trova a monte, e che solo risalendo alla fonte del problema vi si potrà porre rimedio. È la scienza a spiegare che tutto è collegato con tutto, conclusione sintetizzabile nella celebre immagine del battito d’ali d’una farfalla che provoca tornadi dall’altra parte del pianeta. In definitiva l’equilibrio – tra le due sfere dell’umano; tra l’uomo e la natura; tra il tutto e ogni singola parte in cui esso, nel tempo, è stato frantumato – va recuperato o, meglio, ricreato.
Come? È proprio questa la sfida che l’Autore lancia all’interrogazione filosofica, ben consapevole che una saggezza adeguata al nostro tempo non può certo essere una mera ri-edizione di qualche versione passata (adatta a un mondo tutt’affatto differente dal nostro), ma nemmeno può prescindere da quella che, tradizionalmente, ha accompagnato l’uomo nei millenni. Consapevole, soprattutto, che qualunque proposta venga messa sul piatto, dovrà andare bene per il mondo nella sua interezza: nessuna sapienza da sola – né quella “occidentale” né quella “orientale” – può venire a capo di una condizione nella quale ci si trova tutti. Così Vianello si mette a viaggiare tra antropologia e interculturalità, letteratura classica e spiritualità, psicanalisi e sociologia, offrendo uno studio dalla bibliografia quadrilingue ma scritto con un linguaggio chiarissimo e accessibile a tutti. Si può venire fuori da qualunque problema, in un modo o nell’altro, purché si abbia il coraggio di rispettare la regola fondamentale: non negarne l’evidenza.
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