Stiamo entrando in un periodo storico dove l’occupazione non è più legata a un unico luogo fisico, ma si basa sulle connessioni. Non implica un rapporto a vita con un datore di lavoro, ma è flessibile e adattabile come il nostro stile di vita.
Stiamo entrando in un periodo storico dove l’occupazione non è più legata a un unico luogo fisico, ma si basa sulle connessioni. Non implica un rapporto a vita con un datore di lavoro, ma è flessibile e adattabile come il nostro stile di vita. Non è in conflitto con la sfera familiare e il tempo libero, poiché questi elementi sono ora parte integrante della qualità del lavoro e della sua produttività. E non si limita alla lotta tra profitto e salario, poiché imprenditori e collaboratori sono sempre più coinvolti in un progetto comune. Per Francesco Delzio, professore presso la Luiss Guido Carli e la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, Founder e Ceo di Digital Horizon, strategic advisor per imprese ed enti pubblici, il futuro del lavoro è già qui. Lo scrive nel suo libro L’era del lavoro libero. Senza vincoli né barriere. Siamo pronti a questa rivoluzione? (Rubbettino, 2023).
Per l’autore, le nuove strategie di coinvolgimento e valorizzazione dei collaboratori, orientate verso la sostenibilità, rappresentano una svolta epocale che segna la fine del modello fordista. Queste iniziative stanno ridefinendo le modalità di lavoro e il significato stesso dell’occupazione. Inoltre, si prospetta la possibilità di creare un’economia basata sulla partecipazione, che consenta ai lavoratori di essere profondamente coinvolti nelle sorti dell’azienda.
I diversi fenomeni condividono un elemento comune: la progressiva emancipazione del lavoro dai vincoli, dalle barriere e dagli oneri economici e sociali che lo hanno caratterizzato fin dalla Rivoluzione Industriale. Per Delzio non è un sogno irrealizzabile, ma un trend destinato a diventare sempre più evidente nei prossimi anni, guidato dalla nuova visione del lavoro che sta emergendo nelle generazioni più giovani. E i nostri lettori concordano.
Il pensiero della nostra community.
Abbiamo infatti lanciato un sondaggio su LinkedIn in collaborazione con Millionaire, cui hanno risposto 3370 persone. La domanda era quale fosse per loro la modalità più efficace di lavoro, scegliendo tra “libero” (quella che lascia alla risorsa la libertà di recarsi in ufficio a sua discrezione, senza che le sue scelte compromettano la propria attività e quella degli altri), “ibrido” (cioè vincolato alla presenza in ufficio alcuni giorni della settimana, alternati a giorni di lavoro da remoto nel rispetto di orari e mansioni), o “altra modalità” da indicare.
Più della metà dei nostri lettori (il 54%, pari a 1838 voti) ha scelto l’opzione del lavoro libero come più efficace rispetto all’ibrido, selezionato invece dal 41% delle persone, pari a 1401 voti. Solo 128 voti hanno scelto l’opzione di altre modalità.
Anche per la nostra community, quindi, la distinzione tra lavoro dipendente e autonomo diventerà meno netta, perché ciascuno avrà maggiore responsabilità nel proprio percorso professionale e sarà più flessibile e adattabile nelle mansioni.
<<Questo futuro potrebbe sembrare un paradiso per i lavoratori, ma sarà inevitabilmente molto più complesso per coloro che attualmente svolgono lavori manuali>>, è il pensiero di Delzio, che nel libro sottolinea la mancanza di preoccupazione per questo tema in Italia e suggerisce che comprendere in anticipo queste evoluzioni tecnologiche consentirà di prepararsi adeguatamente, evitando perdite inutili.