L'attrazione fatale per la giustizia sociale e la molla di una nuova rivoluzione globale
Dal Corriere dell’Umbria dell’11 maggio
“Dalla fine del laissez-faire alla fine della liberal-democrazia. L’attrazione fatale per la giustizia sociale e la molla di una nuova rivoluzione globale”. È il titolo del nuovo libro di Paolo Savona. Il professore emerito di politica economica, già ministro dell’industria, oggi è ospite dell’Università di Perugia alle 16 nell’aula magna del dipartimento di economia per un intervento su Europa: crisi e prospettive.
Il volume, mandato in libreria in questi giorni da Rubbettino Editore, è stato concluso al Nuffield College dell’Università di Oxford ed è stato presentato in anteprima nazionale qualche settimana fa a Orvieto.
Professore Savona, come nasce questa pubblicazione?
“Il libro parte dalle riflessioni sul funzionamento dell’Europa. Mi sono domandato se, da economista, avevo ancora qualcosa da dire oppure dovessi ampliare il mio arco visivo introducendo problemi di filosofia dello Stato e investendo questioni come la democrazia e l’organizzazione dello Stato oltre che il funzionamento del mercato”.
Qual è stata la conclusione?
“Che i sistemi di libertà che possono essere sintetizzati in quattro punti principali – diritto alla vita, diritto alla libera espressione delle idee, diritto di proprietà e diritto all’eguaglianza, che fin dall’inizio il Liberalismo ha sostenuto – si basavano sul tipo di organizzazione che lo Stato si dava sia in termini di democrazia, che di Stato, che di mercato. Queste tre basi si sono andate tutte fortemente indebolendo. Talmente deboli da incominciare a ferire i sistemi di libertà”.
Quali sono i motivi?
“La democrazia di massa ha esagerato nel ridistribuire il reddito, rafforzando sempre più l’intervento dello Stato, che non ha le stesse capacità di gestione delle risorse che hanno i mercati competitivi. Il mercato, a sua volta, per sfuggire alle decisioni e ai vincoli della democrazia e a quelli dello Stato si è messo a fare il mercato globale. Quest’ultimo è il nuovo sovrano che detta legge. Le democrazie devono obbedire alle leggi del mercato. L’esempio della Grecia è da manuale. Lo Stato è sempre più alla ricerca di mediazione fra istanze della democrazia e istanze del mercato, senza riuscirvi. Siamo in una situazione di grande confusione in cui l’uomo che aveva scacciato il sovrano, aveva creato la democrazia come legislatore collettivo e aveva vincolato il mercato o comunque la distribuzione del reddito”.
Ed oggi quale è la situazione?
“Ci ritroviamo quasi al punto di partenza con due nuovi elementi che rendono ancora più difficile la soluzione di questo nuovo equilibrio che tutti cercano. Da un lato, lo sviluppo della finanza di questa ricchezza scritturale che è ricchezza finché le persone ritengono che lo sia. Dall’altro, le innovazioni tecnologiche che stanno diventando così rapide e tali che scacciano l’uomo dal mercato del lavoro”.
Accadde anche con la rivoluzione industriale…
“Già, ma spandeva il reddito e creava nuove opportunità. Oggi i robot stanno sostituendo tutto e si ha bisogno di una nuova organizzazione sociale in cui. l’uomo è impegnato su più cose e diverse rispetto al passato. Queste due complicazioni richiedono di essere prese in considerazione dalla politica. Anche in Europa, i vecchi modelli per produrre ed esportare di più, non funzionano più. Il mio libro offre gli elementi. È quasi un programma sociale, e politico, per chi lo vuol recepire. C’è un passaggio finale che considero molto importante. È l’invito ai giovani perché le persone anziane non possono essere più convinte o corrette”.
di Davide Pompei
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