Occidente ed Europa, Essere e nihilismo, Libertà e Verità, liberalismo e conservatorismo sono argomenti centrali e costanti nella riflessione di Renato Cristin, professore di Ermeneutica filosofica all’Università di Trieste, autore di numerosi saggi e curatore delle opere di Husserl, Gadamer e Heidegger.
Con Quadrante Occidentale (Rubettino 2022, 211 pagine, 18 euro), da poco nelle librerie, Cristin torna su questi concetti, applicati nel vivo della realtà politica presente, con l’intento di indicare le condizioni per uscire dalle secche che stanno decretando la decadenza dell’Occidente, tema ricorrente, sempre attuale e diversamente declinato, a partire dall’inizio del secolo scorso con Oswald Spengler.
Il mondo libero che s’invera nella complessità dell’Europa e, più in generale dell’Occidente, non è una fortezza inespugnabile, perché è costantemente esposta sia ad attacchi esterni, sia interni. Mentre i primi si mostrano nell’immediatezza del non-essere e, quindi, sono più facilmente individuabili e contrastabili, i secondi sono subdoli e più difficilmente contenibili perché sospinti attraverso pseudo-verità che appaiono come Essere, ma sono solo una diversa modalità del non essere. È una questione filosofica fondamentale che ha le sue radici in Platone, il filosofo che più di ogni altro ha coniugato verità e libertà, filosofia e politica. E Cristin evidenzia che “per Platone, il fine della Costituzione è […] quello di tutelare la libertà. […] Platone concepisce, dunque, la Costituzione (in quanto politeia e in quanto Carta fondamentale) come l’espressione dell’identità storica ed ontologica di un popolo. […] Questa è una delle radici dell’idea di identità nazionale che si è formata nella modernità, e che è oggi al centro di un aspro dibattito politico e culturale nell’Europa lacerata fra la volontà accentratrice dell’Ue e la volontà di autonomia delle nazioni sovrane” (p. 206).
Il pensiero di Platone è la chiave per uscire dal caos che dilania l’Occidente, superare il nihilismo, detecnicizzare e riumanizzare la cultura e le scienze, e per ridare alla politica il primato che le compete, liberandola dalla logica burocratica che ne nega l’essenza e giustifica l’antipolitica. Totalitarismo e statalismo sono impliciti all’odierno smarrimento dell’Occidente: un rischio sempre più minaccioso. Per evitarlo, occorre riconnettere l’Occidente alla sua identità, ma l’operazione secondo Cristin sarà possibile solo attraverso una “filosofia del liberalconservatorismo”, una visione politica che, tornando a Platone, sappia coniugare liberalismo e conservatorismo.
Quadrante Occidentale si fonda su categorie filosofiche solidissime e su una indiscutibile potenza di pensiero, sicché è uno strumento fondamentale per fare luce sugli eventi contemporanei, sia quelli che Cristin aveva davanti a sé mentre scriveva il libro, come la pandemia, sia quelli che sono accaduti dopo la sua pubblicazione, come la tragedia della guerra russo-ucraina, che è scoppiata quando il testo era ancora in stampa.