Da Il Messaggero del 18 febbraio
Meno Stato, più competitività del sistema. E’ questa la tesi di Massimo Blasoni, imprenditore e vice coordinatore di Fi, nel libro “Privatizziamo!” presentato l’altra sera a Palazzo Kechler a Udine insieme al giornalista Antonio Signorini e all’editore Florindo Rubbettino. «L’idea alla base del libro – afferma – è quella di una riduzione drastica della spesa pubblica, possibile grazie ai prezzi di mercato dei soggetti privati che forniranno i servizi, di cui lo Stato rimarrà controllore, e con la quale si attuerà una diminuzione della gigantesca pressione fiscale, oggi al 42,6 per cento del pil, che soffoca famiglie e imprese, con la conseguente possibilità di una ripartenza della nostra economia».
Ma le tasse pesano non solo per il loro ammontare, ma anche per il tempo che l’imprenditore italiano è costretto a dedicare al loro pagamento. Infatti «occorrono in media 269 ore l’anno per pagare le tasse, in Italia, rispetto, per esempio alle 110 necessarie per un imprenditore del Regno Unito. Uno svantaggio in termini economici e di tempo che non può non pesare in termini di competitività e di possibilità di creare lavoro». «Lo stato – prosegue l’autore – deve iniziare a considerare il cittadino come il suo datore di lavoro. E nessuno vuole sostenere che i dipendenti pubblici non siano capaci. Esistono tantissimi validi professionisti nell’ambito pubblico. Il problema è il modello statalista in sé. Nessun funzionario viene valutato sulla base della sua efficienza e della velocità e questo rappresenta un limite che in un’azienda non c’è». E’ necessaria una rivoluzione riformatrice «senza le timidezze che condizionano anche il Governo Renzi».
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