Otto ragazzini, un albero di limoni e la Calabria. All’inizio sembra una fiaba, poi, pian piano capiamo che le favole piacciono ai bambini fino a un certo punto e che la realtà irrompe, ti schiaffeggia e ti manda a letto senza cena. E Francesco Pileggi fa così, ti ammalia con schegge di prosa che prima ti accarezzano e poi ti mandano al tappeto, lasciando nell’aria, però, un intenso profumo di poesia.
Siamo nel 1973. Questi otto ragazzini fanno di un albero di limoni la loro dimora segreta. Da lì guardano il mondo. Da lì ascoltano anche le notizie, la musica e i dibattiti che passano per radio. Il mondo è tutto ciò che accade diceva il filosofo Wittgenstein, ma è anche tutto ciò che si interpreta, perché, dopotutto i fatti non esistono. Ma c’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione, per un bambino la vita è una continua scoperta, anche quando si fa male, quando si sbuccia un ginocchio, quando prende un ceffone, quando si perde in un bosco e scopre cosa fanno un uomo e una donna vicino a un albero. E questi otto ragazzini imparano velocemente che intorno a loro c’è una Calabria meravigliosa… anche se un giorno dovranno emigrare.
Tra stupore, ingenuità e ironia, Pileggi ci porta per mano in un libro che si legge con voracità. Pagina dopo pagina resteremo attratti dalla storia di questi ragazzi che hanno il mito del “Kaiser”, ossia Franz Beckenbauer che nel 1970 fu uno dei protagonisti della partita del secolo, quell’Italia-Germania Ovest finita quattro a tre. E proprio questi bambini fanno a gara per chiedere ai padri che lavorano in Germania di portare loro la maglia numero 4 di Beckenbauer, anche se è pericoloso indossarla, anche se la indosseranno le loro madri per protesta.
Insomma, ci sono storie di Calabria le cui tinte drammatiche sono rese più tenui dall’ingenuità dei bambini. C’è un albero di limoni che incarna un senso di libertà, di elevazione, di distacco dalla mondanità e di ricerca del senso della vita. Ci sono l’infanzia e la ruralità… tutto racchiuso in 160 pagine che spaccano il cuore.