Dopo aver analizzato la crisi di valori dell’Occidente come crisi di identità, il filosofo Renato Cristin afferma che i concetti di libertà e verità, rinvenibili in alcuni autori classici a partire da Platone, devono rappresentare i cardini della rinascita dello spirito occidentale. Per sconfiggere il nichilismo dominante nelle élite politiche e intellettuali l’autore teorizza quindi, sul piano politico, la necessità di unire liberali e conservatori in un comune programma liberista in economia e tradizionalista sul piano culturale. Liberalismo classico e conservatorismo possono trovare infatti un comune avversario non solo nel jihadismo islamico, ma anche nel totalitarismo marxista e politicamente corretto. Cristin sostiene la necessità di affrontare il caos attuale con il recupero della tradizione ebraico-cristiana, dei valori morali e dei princìpi filosofici occidentali, proponendo un ritorno a Platone inteso come punto originario della nostra civiltà. A tal fine individua nello Stato di Israele un modello di nazione per l’intero Occidente: se Atene e Roma sono solo lontani riferimenti storico-culturali, Gerusalemme è invece una concreta e vivente realtà politico-spirituale.