da La Gazzetta del Mezzogiorno – Ed. Basilicata del 4 Dicembre
Il 7 marzo del 1946 Luisa e Carolina furono brutalmente assassinate da una folla straziata dalla fame, inferocita. Furono catturate in via San Mauro e di lì spinte attraverso l’androne del loro palazzo in piazza Municipio e poi in via Bovio. Carolina fu la prima a perdere la vita, colpita allo stomaco da un colpo di baionetta e pestata a sangue sul viso dai tacchi delle scarpe di una donna, poi toccò a Luisa, scaraventata contro lo spigolo della porta attigua all’armeria Giannotti. I corpi senza vita delle due donne giacquero nel fango per tutta la notte, controllati dai cinici agitatori che impedirono i soccorsi. La forza pubblica interverrà il giorno dopo su sollecitazione del vescovo Di Donna e solo allora i due cadaveri saranno prelevati e trasportati al cimitero. La loro colpa fu quella di appartenere a una famiglia della borghesia terriera locale, i Porro di Andria, le cui vicende sono oggi contenute nel volume “Una famiglia borghese meridionale. I Porro di Andria” (edizioni Rubbettino) scritto dallo storico e giornalista Riccardo Riccardi e presentato a Matera nella sede del Circolo Culturale La Scaletta da Filippo Radogna, Domenico Orlandi, Ivan Focaccia presidente dell’Associazione e dal professor Giampaolo D’Andrea. L’assassinio delle due donne non è l’unico episodio contenuto nel libro. Anzi. Lo storico dedica alla vicenda solo il prologo e l’epilogo. L’intento infatti è quello di raccontare tre secoli di storia della dinastia Porro, una delle famiglie borghesi che hanno costruito l’economia meridionale abbattendo le vecchie nobiltà feudali e costruendo il sostrato dei primi ceti imprenditoriali. “Questo volume come i precedenti – spiega Riccardi – è il frutto di un complesso lavoro di ricerca durato 5 anni ed effettuato negli Archivi pubblici, privati e religiosi di Bari, Trani, Napoli e naturalmente Andria. E’ un lavoro incentrato sulla storia di una famiglia borghese meridionale, nata da umili origini (i Porro erano di estrazione contadina e Giovanni Porro era un carrettiere) ma che tra la metà del ‘700 e la metà dell’800, dunque a cavallo tra i due secoli, diventa una potenza economica strabiliante”. Ad accompagnare tutta la storia della famiglia, la storia del nostro Mezzogiorno dal ‘700 in poi fino ad arrivare al 1946 all’uccisione delle due donne anziane. Insomma un lavoro completo e complesso che potrebbe diventare il soggetto di un film o di una serie televisiva. “E’ una possibilità – sottolinea lo storico – e ho già avuto delle proposte. E’ una storia che parla del meridione, che traccia un quadro completo delle dinamiche politiche economiche e sociali di quegli anni, ed in cui sono presenti i grandi personaggi del passato, come Palmiro Togliatti e Giuseppe Di Vittorio”. Il prossimo lavoro dello storico, sarà un volume unico sulla storia della medicina in terra di Bari, a partire dal Medioevo.
di Carmela Cosentino
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