Da Avvenire del 28 giugno
“Credo negli esseri umani, la buona novella pop”: questo il titolo del nuovo libro di monsignor Antonio Staglianò, vescovo della diocesi di Noto, edito dalla Rubbettino. Ricordiamo come monsignor Staglianò sia divenuto una popolarità, non solo sul web ma anche in televisione, quando in occasione di una cresima in una parrocchia di Scicli lanciò con grande intuizione un nuovo metodo comunicativo, “la cantillazione”, per andare direttamente al cuore dei giovani e non solo.
Mons Stagliano canta.jpg”Da anni – dice monsignor Staglianò – , insisto nelle mie omelie sul concetto dell’umano dell’uomo che va perdendosi dentro la società dell’ipermercato. Dentro la legge narcisista del consumo si perde qualcosa di noi e si crea nella nostra esistenza un grande vuoto. Quando casualmente ascoltando la radio ho scoperto brani pop che ripetono questi concetti e in cui i giovani si immedesimano, grazie alla forza della musica, ho deciso di utilizzarli”.
In effetti questo metodo si è dimostrato molto efficace e proprio in questo libro molto atteso e appena uscito Staglianò racconta la sua passione per la musica e per l’educazione dei ragazzi; la sua voglia di andare oltre l’ecclesiale per usare il linguaggio più universale, quello delle cosiddette “canzonette”, che ad una attenta lettura – come fa l’autore in questo libro – in realtà non sono da considerare in maniera superficiale, ma hanno testi che possono e sanno veicolare verità profonde che spesso non riusciamo a comunicare in altro modo.
“Il problema fondamentale – osserva Staglianò – credo possa essere il seguente: questi testi hanno dignità letteraria o no? Possono essere messi alla stessa stregua della letteratura dei grandi? Le tragedie greche, oggi considerate unanimemente opere straordinarie di letteratura, erano alla fin fine ‘telenovelas pop’ dell’epoca. E allora? nella musica pop non si può trovare sapienza umana? E quando predichiamo il Vangelo non ci interessiamo all’umano dell’uomo? In verità, i testi delle ‘canzonette’, nella misura in cui intercettano dimensioni dell’umano dell’uomo, appartengono di diritto al Vangelo e alla sua predicazione”.
“Diventare santi – continua il vescovo – non significa diventare angeli, ma raggiungere quella statura alta di umanità che Gesù Cristo ci ha mostrato. I santi sono umani pienamente compiuti. Se posso spiegare questo concetto attraverso una canzone di Mengoni come ‘Esseri umani’ – conclude Staglianò – soprattutto di fronte a un’assemblea di giovani, non vedo perché non farlo”.
di Massimiliano Casto
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