Dalla Gazzetta del Sud del 24 marzo
Un volume che riflette sull’Enciclica “Lumen Fidei” scritta a quattro mani da Papa Benedetto XVI e da Papa Francesco ha come autore l’arcivescovo metropolita della diocesi Reggio- Bova, mons. Giuseppe Fiorini Morosini.
Si tratta di un volume (Rubbettino editore) che il presule dedica ai giovani della nostra arcidiocesi affinché «costruiscano la loro speranza radicati nella certezza della fede». Si tratta di un altro segnale della grande attenzione che mons. Fiorini Morosini ha verso la “linea verde” della Chiesa. Un segnale quasi a voler completare il percorso del Sinodo dei giovani che si concluderà, dopo quattro giorni, nella domenica della Palme.
Su questo Sinodo mons. Morosini ha investito molto della sua missione pastorale, favorendo una lunga fase di preparazione con iniziative zonali che hanno gettato le basi per l’evento finale. Il libro è una strenna per questo Sinodo e uno strumento di forte meditazione per religiosi, cattolici e laici.
In 156 pagine l’arcivescovo ha saputo “distillare” i contenuti dell’Enciclica rendendo il messaggio lineare, accessibile, consentendo al lettore di entrare nelle dinamiche complesse della fede. Il volume è stato presentato nell’aula magna del Seminario “Pio XI”, alla presenza dello stesso autore, che ha concluso il percorso dell’articolato e stimolante confronto coordinato dal giornalista Francesco Chindemi.
Oltre al rettore del Seminario, il canonico Salvatore Santoro, sono intervenuti mons. Filippo Curatola, il magistrato Roberto Di Palma e, in rappresentanza deí giovani, la dottoressa Roberta Silivestro, ricercatrice universitaria.
Circa un mese fa mons. Fiorini Morosini ha potuto consegnare il volume direttamente al Papa emerito Benedetto XVI, nel corso di un’udienza durata una ventina di minuti.
«Il Pontefice – osserva l’arcivescovo – ha apprezzato molto questa iniziativa editoriale che diffonde tra le gente il valore dell’Enciclica voluta dai due Papi in una fase storica in cui si deve constatare la desertificazione della fede». La fede è il filo conduttore dell’enciclica, «quel filo che consente di parlare all’uomo».
Mons. Morosini ribadisce: «La fede è una storia che si racconta, non una certezza matematica. Ma è una storia che diventa credibile perché ha un testimonial unico: Gesù Cristo. La sua crocifissione e la sua resurrezione confermano che Dio è affidabile».
Per mons. Giuseppe Fiorini Morosini la fede non è fondata sulla filosofia ma sulla testimonianza di vita. E cita anche dei simboli come Salvo D’Aquisto, Santa Teresa di Calcutta. Il rettore del Seminario Salvatore Santoro definisce il volume «un compagno di viaggio per le nostre riflessioni e i nostri dubbi».
E nel sottolineare la gratitudine nei confronti di mons. Morosini che ha inteso dedicare l’opera ai giovani, aggiunge: «Non è un trattato teologico ma un atto che si declina con le coordinate teologiche, è un atto di fede che diventa vita».
Il dott. Di Palma affonda le radici della sua relazione nel Vecchio Testamento, ricordando il forte messaggio di fede che viene da Abramo che non esita davanti alla prospettiva di dover sacrificare il figlio Isacco. Fede nel Padre, nel Signore. «La notte di Pasqua – sottolinea – è il vero racconto della fede, è la trasmissione della fede. Perché una cosa è certa: il Padre se mi ama, come mi ama, ha per me una storia di salvezza e di gioia».
di Tonio Licordari
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Morosini ai giovani: «Ancorate la speranza alla certezza della fede»
di Tonio Licordari