A chi ama soprattutto il cinema, e lo spettacolo in generale, con tutti i crismi, certamente piacerà moltissimo quando una casa editrice dedica un volume a uno dei protagonisti della settima arte e del teatro, con un passato glorioso, per alcuni versi spudorato, di tenacia, ambizione, bellezza e bravura. E’ il caso di Lino Capolicchio, attore, regista, sceneggiatore e docente di recitazione, professionista di grande carisma che ha attraversato il cinema (e la televisione, il teatro appunto) senza indugi, lavorando fianco a fianco di grandissimi nomi come Giorgio Strehler, Patroni Griffi, Avati, Argento, solo per fare qualche nome. L’attore ha scritto, parafrasando in negazione il titolo proprio di un lavoro di Patroni Griffi, “D’amore non si muore”, per Rubbettino editore, Edizioni di Bianco e Nero, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia. Un volume curatissimo, pieno di bellissime fotografie che narrano la vita professionale di Capolicchio, raccontate con dovizia di particolari, manna speciale per gli appassionati. Lino Capolicchio, il giovane bello del “Giardino dei Finzi Contini” che il regista Vittorio De Sica girò a Ferrara facendogli interpretare Giorgio, il giovane ebreo innamorato di Micol, Dominique Sanda, in un’ambientazione di vigenti leggi razziali. Un capolavoro che viene ricordato oggi come uno dei film più belli di quegli anni, e del cinema italiano. Ma Capolicchio è stato un grande attore che ha frequentato diversi ruoli, misurandosi con personaggi spesso non così vicini alla sua indole, e interpretandoli benissimo proprio come fanno i grandi. Il libro è una vera girandola di sorprese, in un’edizione molto elegante, di carta lucida. Capolicchio inoltre fa parte di quella schiera di attori con la A maiuscola che si son sudati con una gavetta esemplare la carriera fatta, ricordandosi sempre da dove si proviene. In questo libro c’è tutto l’attore, c’è tutto Capolicchio ed è un bene, anche per poter far conoscere alle più giovani generazioni tutto il percorso di questo interprete. Un ex ragazzo, un uomo che non ha puntato solo sul suo fascino, perchè conscio di un talento innato e di spessore, che negli anni l’ha portato a recitare in produzioni importanti dirette da nomi altisonanti come quelli citati, e ancora Zeffirelli, Risi e in tv Fenoglio, Bolchi, Bolognini, Maselli. Sono pagine, quelle che si leggono, di storia e memoria dello spettacolo italiano, che si leggono con grande piacere perchè fanno riaffiorare i bei momenti, probabilmente anche irripetibili, del cinema italiano soprattutto, mostrando le mille maschere che l’attore ha indossato, camuffando giustamente la sua esistenza reale. Le vicende dei suoi lavori così raccontate da chi le ha vissute, nel più pieno senso della parola, svelano un vero amore nei confronti del suo mestiere, un professionismo smoderato, attento. Sono le caratteristiche di chi è in simbiosi col lavoro, di chi lo sente sulla pelle ma riesce, con un professionismo alto e un carattere preciso, a liberarsene appena torna a casa, meglio, a liberarsi dei suoi personaggi, restando uomo dei nostri tempi. Libro consigliatissimo, come detto, per chi ama l’attore, e tutte le arti dello spettacolo. E per chi, curioso, sarà attratto da Capolicchio, fine interprete di storie, uomo vissuto, nato a Merano, addì 1943.
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