Questa volta, per promuovere la libertà di scelta educativa, scende in campo a fianco di suor Anna Monia Alfieri, anche uno dei maggiori filosofi italiani, Dario Antiseri. Lo fa nella Lettera ai politici sulla libertà di scuola, un volume pubblicato di recente da Rubbettino.
I due autori partono dal principio stabilito nell’art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani(1948): “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere d’istruzione da impartire ai loro figli.” Principio che l’Unione Europea ha fatto proprio con la Risoluzionedel 1984 il cui art. 1 recita: “La libertà d’insegnamento e d’istruzione deve essere garantita.” E, riferendosi alle scuole non statali riconosciute: “Il diritto alla libertà d’insegnamento implica per sua natura l’obbligo per gli Stati membri di rendere possibile l’esercizio di tale diritto anche sotto il profilo finanziario e di accordare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie allo svolgimento dei loro compiti”. Cosa che in Italia non avviene! Nel nostro Paese – scrivono gli autori – “la scuola libera è solo libera di morire!” Una situazione inaccettabile che richiede una svolta culturale e politica.
Antiseri, nella prima parte del volume, sostiene che “il monopolio statale dell’istruzione è la vera, acuta, pervasiva malattia della scuola italiana”. Usa parole forti: “Il monopolio statale nella gestione dell’istruzione è negazione di libertà; viola le più basilari regole della giustizia sociale, devasta l’efficienza della scuola: la mancanza di competizione tra istituzioni scolastiche trasforma queste ultime in nicchie protette che comporta irresponsabilità, inefficienza e aumento dei costi.” E cita Luigi Berlinguer, promotore della Legge 62/2000 che ha introdotto il Sistema nazionale d’istruzione, costituito da scuole pubbliche statali e da scuole pubbliche paritarie: “È tempo di chiudere questo conflitto del Novecento: scuole statali contro private. Non esiste, non è più tra noi, ci ha fatto perdere tempo e risorse.” “Il monopolio statale nella gestione dell’intero sistema formativo – è un altro affondo di Antiseri – è un tratto qualificante dello Stato etico, vale a dire dello Stato Totalitario”. E richiama il principio di sussidiarietà, diffuso negli Stati Uniti e in Europa, proposto già dalla Quadragesimo anno di papa Pio XI nel 1931 e in tutte le successive encicliche sociali. Perché pubblico non significa solo statale!
Su questa linea si sono mossi i grandi difensori della “società libera”. Antiseri cita i premi Nobel Friedman e von Hayek che propongono l’introduzione di un buono-scuola per sostenere le private, altri che propongono di dedurre i costi scoslatici nella denuncia delle tasse, e poi cita le dichiarazioni sulla libertà scolastica di Stuart S. Mill, di Rosmini, di Russel, di Gramsci, di Salvemini, di Einaudi, di don Sturzo, di don Milani, di Matteucci, in un crescendo che rende sempre più lampante come in Italia vengano negati i diritti e calpestate le libertà. Riassumiano il tutto con una frase di Sturzo: “Finché la scuola in Italia non sarà libera, nemmeno gli italiani saranno liberi”.
La seconda parte del volume è a firma di suor Anna Monia, religiosa delle Marcelline, tra le voci più impegnate nella promozione della vera parità scolastica che comporta anche quella economica. Suor Monia illustra come viene garantita la libertà di scelta educativa nei Paesi dell’Europa con una panoramica sui vari di sistemi di finanziamento. All’appello mancano solo l’Italia e la Grecia!
Dopo aver riportato dettagliate tabelle d’analisi comparata tra i Paesi dell’Europa secondo vari parametri, dove dimostra che l’esercizio della responsabilità educativa in un pluralismo formativo stimola la concorrenza tra scuole a diventare più efficienti, individua quale è l’anello mancante nel sistema scolastico italiano classista, discriminatorio, regionalista e il più costoso d’Europa: “Il costo standard per allievo è l’anello mancante – scrive – nel Sistema nazionale d’istruzione”.
“L’idea – spiega – è quella di porre al centro lo studente, individuando un costo standard di sostenibilità da applicare a ogni allievo della scuola pubblica italiana, sia statale che paritaria. In questo modo si realizzerebbe la libertà di scelta educativa in un pluralismo formativo, sostanzialmente a costo zero e con un miglioramento dell’offerta educativa.” Il finanziamento, riconosciuto come “quota capitaria” spetta all’allievo e alla famiglia e, di conseguenza è assegnato alle scuole pubbliche – statali o paritarie – in quanto servizio scelto dalla famiglia stessa.” Bisogna applicarlo in fretta, per evitare il tracollo della scuola italiana.
Con il costo standard non si aggiungerebbero spese per lo Stato, anzi – come ampiamente dimostrato nel volume Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato, ed. Giapichelli, Torino, di cui suor Monia è autrice assieme al dott. Grumo e la dott.ssa Parola – la proposta libererebbe risorse pubbliche addirittura per 17 miliardi di euro all’anno, nel caso si preveda una compartecipazione delle famiglie, e per 4.700 milioni senza compartecipazione. Le cifre parlano da sole!
Un testo, quello di Antiseri e Alfieri, che costituisce un altro importante tassello per raggiungere l’obiettivo della libertà scolastica anche in Italia. Da diffondere!
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