Con Inventario delle Ombre (Rubbettino) il nostro Domenico Talia ci regala un’altra perla della sua versatilita’, spaziando dai saggi scientifici al romanzo al racconto alla memoir.
Il ricordo è opera di scavo e anche di immaginazione per ricostruire il passato e per costruire il futuro. Questo libro ha a che fare con un elemento complesso e formidabile allo stesso tempo: la nostra memoria. Le vicende, le persone e le impressioni qui narrate sono legate alla prima memoria, quella dell’infanzia, nel tentativo di riunire quel che resta in noi di quel tempo. Quello che siamo stati e quello che abbiamo vissuto. Cose che influenzano le nostre scelte e, in parte, anche la vita degli altri con cui costruiamo o sciogliamo relazioni. Noi siamo anche quello che gli altri ricordano di noi. Così il ricordo diventa materia collettiva. Le tracce personali sono servite a ricostruire la memoria di una comunità e a capire come si è vissuti in un particolare scorcio del Novecento nel Sud estremo dell’Italia. Intrecciando i ricordi dell’infanzia, il libro racconta la memoria di un piccolo paese della Calabria tra l’Aspromonte e lo Ionio negli anni ’60 e ’70. Un mondo affondato in tradizioni millenarie che si avviava a cambiare per sempre.
‘’Il libro – ci dice Mimmo, con la sua straordinaria umiltà e pacatezza da uomo della Locride – racconta i ricordi del protagonista nei suoi primi anni di vita e li lega ai fatti e ai sentimenti della comunità in cui ha vissuto. Raccoglie le memoria dell’infanzia per narrare un piccolo paese della Calabria tra l’Aspromonte e lo Ionio tra gli anni ’60 e ’70, mentre un mondo affondato in tradizioni millenarie si avviava a cambiare per sempre. Un mondo antico osservato con gli occhi di un ragazzino. Un universo umano popolato da saggi ignoranti costretti a lottare contro tante difficoltà ma ricchi di speranze. Una civiltà contadina finita in pochi decenni’’.
‘’Il testo – ci aggiunge – è un racconto che rifugge la retorica e la nostalgia, ma vuole dare voce a chi nel Sud profondo si è trovato a vivere con dignità la lontananza dal mondo ricco e spersonalizzante’’.