Per il centenario di Orson Welles (6 maggio 1915 – ottobre 1985) la Cineteca Nazionale pubblica due volumi ricchi di inediti: “L’Otello senza acca. Orson Welles nel fondo Oberdan Troiani”, a cura di Alberto Anile (Quaderni della Cineteca Nazionale-Rubbettino), e “I mille volti di Orson Welles”, a cura di Emiliano Morreale, fotografie di Maurizio. Maggi (Cineteca Nazionale-Edizioni Sabinae), con un’introduzione di Giuseppe Tornatore che qui anticipiamo. I due libri saranno presentati domani alle 19 al cinema Trevi, in un incontro con Alberto Anile, Maurizio Maggi, Paolo Mereghetti, Mariapaola Pierini e Massimiliano Troiani.
L’OMAGGIO
Tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 un giovanissimo operatore cinematografico bello e intraprendente viene chiamato a far parte di una sparuta pattuglia di tecnici e maestranze del cinema che si accingono a realizzare a Roma un misterioso film prodotto, interpretato e diretto da Orson Welles. Il giovane non sa neanche chi sia Welles, ma sente dire in giro che si tratta di un grande regista americano, e accetta l’ingaggio. Si ritrova così alle dipendenze del geniale autore diÂÂÂ Quarto potereÂÂÂ in una delle sue irruzioni italiane per girare un’opera cinematografica che ben presto si rivelerà un vero e proprio enigma.
TRASFORMISTA
Nessuno dei componenti della piccola troupe riuscirà mai a intuire di cosa si tratti. A parte alcuniÂÂÂ carnera-carÂÂÂ per le vie della capitale e altre piccole scene interpretate dalla compagna di Orson Welles, Oja Palinkas Kodar, che si dice dovrebbero far parte di un film dal titoloÂÂÂ Ipanema, tutte le altre sequenze vedono come attore principale il regista stesso. Se non fosse per la sua costante presenza sembrerebbero sequenze slegate tra di loro. In alcune scene Welles assume il volto e le sembianze di Winston Churchill, in altre veste i panni di Shylock, il mercante di Venezia, in altre si trasforma in una non ben identificata casalinga e in diversi personaggi inafferrabili.
GIGANTESCO IN TUTTO
Sembrerebbe trattarsi di appunti visuali, sperimentazioni, immagini e idee fuori dai canoni del cinema, sequenze che probabilmente diverranno un film, o forse faranno parte di più film, o che non andranno a finire in nessun film, non si sa. Il giovane operatore cinematografico vive quell’avventura scoprendo giorno dopo giorno il grande fascino, il carisma, la personalità di Orson Welles, al quale non sfuggono l’inventiva e il talento del ragazzo. Così lo incarica spesso di compiti che non sono esattamente i suoi. Il giovane non si nega, è smanioso di fare, gli piace quel cineasta corpulento e gigantesco in tutto, anche nel suo modo di soggiogare gli altri che a prima vista potrebbe intimidire. Non lui.
GRANDE INTESA
Giorno dopo giorno tra i due scatta quel tipo di intesa che nasce solo sui set cinematografici, e quando il regista scopre che il ragazzo è anche un ottimo fotografo lo autorizza a fare qualche scatto. L’operatore non se lo fa dire due volte. Da quel momento in poi, sia durante le riprese che ai margini della lavorazione, non fa altro che ritrarre Orson Welles mentre si prepara a mettere in scena i suoi eccentrici personaggi. Realizza anche dei contributi fotografici concepiti dallo stesso Welles come retroproiezioni per i suoi esperimenti visionari. Talvolta il ragazzo crede di sorprendere il maestro nei momenti di relax, catturandolo in pose irriverenti, in realtà è il regista che lo lascia fare, perché gli sta simpatico quell’operate tutto fare pieno di entusiasmo e inconsapevole di lavorare al fianco di uno dei più grandi geni della storia del cinema. Una consapevolezza che arriverà in seguito, quando il ricordo di quell’evento lo condurrà a vedere i film di Orson Welles e a capire il valore di quelle settimane vissute al suo fianco fissate per sempre nelle fotografie volute dal maestro diÂÂÂ OtelloÂÂÂ eÂÂÂ L’orgoglio degli Amberson. Qualcuna di quelle foto viene pubblicata all’epoca su qualche settimanale, ma tutti i negativi originali, come spesso succede ai negativi, finiscono ben presto in una scatola, poi in una cantina, e via via, nel corso del tempo, dimenticati.
TESORO RISCOPERTO
Oggi quel tesoro di immagini inedite del grande Welles viene rivenuto grazie a Maurizio Maggi. È lui il giovane operatore che le aveva colte durante la lavorazione di quel film fantasma. Nei decenni successivi ha assunto vari ruoli nel mondo del cinema. Ancora oggi collabora con le produzioni italiane e internazionali fornendo automezzi di scena di ogni epoca che colleziona con la stessa passione con cui ha conservato le immagini di quell’esperienza singolare e indimenticabile, che adesso, per merito del curatore della Cineteca Nazionale, Emiliano Morreale, diviene esperienza di tutti.
Altre Rassegne
- Il Messaggero 2015.05.06
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