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Rubrica settimanale a cura di Chiara Giunti.
Chiara Giunti legge un brano da “L’altro Ulisse. Seguire Odisseo e scoprire Penelope. Una lettura junghiana dell’Odissea”, di Edoardo Nannetti, Rubbettino, 2022.
Ulisse, dopo la distruzione di Troia grazie alla propria astuzia, entra in una crisi profonda che lo allontanerà sempre più dall’immagine dell’eroe ‘distruttore di rocche’. Il suo perdersi in tante vorticose avventure sulla via del ritorno ad Itaca esprime un profondo viaggio interiore. Vagando sul ‘mare colore del vino’ attraversa l’inconscio da cui via via emergeranno sfide e incontri evolutivi che lui stesso narrerà alla corte dei Feaci che, finalmente, lo riporteranno alla sua isola.
Questo libro ci conduce per mano, con linguaggio sapiente e coinvolgente, dentro il poema omerico, interpretato come processo di individuazione in senso junghiano del protagonista. Ma vi sono intrecciati anche i percorsi interiori del figlio Telemaco e soprattutto di Penelope, che viaggia su una propria zattera interiore.
Questo libro ci conduce per mano, con linguaggio sapiente e coinvolgente, dentro il poema omerico, interpretato come processo di individuazione in senso junghiano del protagonista. Ma vi sono intrecciati anche i percorsi interiori del figlio Telemaco e soprattutto di Penelope, che viaggia su una propria zattera interiore.
Così il libro, narrando il viaggio interiore di Ulisse, esprime anche un viaggio dell’autore e insieme stimola l’esplorazione interiore di chi legge, in una reciproca trasformazione.
Edoardo Nannetti (Ferrara, 1958) è avvocato, da tempo dedito alla psicologia e ad altri studi. Ha conseguito il diploma triennale in scienze religiose e la laurea triennale in psicologia presso l’Università di Padova. Ha intrapreso e concluso analisi personale in un percorso di psicologia analitica junghiana.