Gianni Scipione Rossi esplora nel suo ultimo libro il “furto della memoria” della guerra civile italiana del 1943-1945, partendo dal romanzo di Luigi Bartolini. Una storia di sofferenza, ambiguità e coraggio.
PERUGIA – “Ladri di Biciclette”- L’Italia occupata, la guerra civile 1943-1945, la memoria riluttante (Rubettino Editore) è l’ultimo lavoro di Gianni Scipione Rossi, scrittore, giornalista e storico. Un volume che, partendo dal romanzo di Luigi Bartolini pubblicato nel 1946, porta all’evidenza di un altro tipo di furto, quello più generale della memoria, del suo essere stata adattata in modo da non far sentire troppo il dolore di un passato talmente recente da essere presente. Un passato che in fondo continuerà a “premere” finché non si sarà stati in grado di accettarlo, riconoscerlo e metabolizzarlo. Perché, dice l’autore, la maggioranza degli intellettuali italiani non ha avuto “il coraggio di rappresentare senza reticenze, con le sue luci e le tragiche ombre, il periodo che va dal 25 luglio 1943 alla Liberazione del 25 aprile 1945. Il romanzo che Bartolini pubblica nel ‘46 era in effetti stato ambientato nella Roma del ‘44 . Ora al di là della diatriba sulla trasposizione cinematografica che Bartolini disconoscerà, il film di Zavattini e De Sica viene invece ambientato nel ‘48, oltre cioè tutto il biennio della guerra civile, della sofferenza e dell’ambiguità. “Aveva scritto un romanzo borghese, glielo avevano fatto diventare una pellicola proletaria… Scavare nelle riviste, nei diari, nelle memorie, nella cinematografia dell’epoca _ anticipa l’autore che presenterà il libro mercoledì 5 luglio alle 17.30 alla biblioteca degli Arconi con l’assessore Leonardo Varasano e il professor Alberto Stramaccioni _ , aiuta a comprendere perché sia stato così difficile fare collettivamente i conti con quel passato“.