Ernesto Preatoni, Giancarlo Mazzuca
La vita oltre l’EuroEsperienze e visioni di un economista pragmatico
Da Lasiritide.it dell’11 aprile
Nel libro “La vita oltre l’Euro” di Ernesto Preatoni con Giancarlo Mazzuca, edito nel 2014 dalla Casa Editrice Rubbettino, vengono affrontati argomenti che vanno oltre l’euro, ma che sono parte della mentalità che porta ad accettare l’inaccettabile: accettiamo, infatti di essere schiavi di politici impreparati e burocrazie fameliche, incapaci di stare al passo con l’evolversi del mondo e di dare risposta ai bisogni della gente e delle imprese. A causa dei difetti della costruzione europea, gli errori della politica e le insoddisfazioni delle prestazioni della burocrazia, egli invita con energia i governanti ad organizzarsi per uscire ordinatamente dall’euro, perché una soluzione che ci fosse imposta dall’esterno frutto di un attacco speculativo delle politiche europee di austerità non espansive, causerebbe danni maggiori.
Il costo di restare nell’euro per rimanere il cambio stabile e l’inflazione bassa si trasferirebbe, più di quanto non si sia già trasferito, su una minore crescita produttiva ed una maggiore disoccupazione, con conseguenze che si manifesteranno soprattutto sul piano sociale.
Preatoni sostiene che, dati i livelli già elevati del debito pubblico presente che, accettando la moneta europea, si rendeva più difficile, o quasi impossibile, il rimborso del debito pubblico accumulato in passato ed avrebbe subito un incremento in seguito alle politiche richieste dall’Europa e seguite, più o meno passivamente dai governi che si sono succeduti in Italia.
Pertanto abbiamo accettato di denominare il debito pubblico in una moneta fuori dal nostro diretto controllo, in pratica una moneta “straniera”, in mano a governanti europei che avevano ed hanno una concezione della politica economica e della democrazia che gli italiani non possono, né vogliono condividere.
Poiché il ritorno alla lira consentirebbe un rilancio della crescita e dell’occupazione via le esportazioni, egli considera l’uscita dall’euro una buona scelta, anche tenendo conto che l’unione politica che avrebbe dovuto necessariamente seguire all’unione monetaria si è definitivamente allontanata. Preatoni insiste nel dire che se l’uscita dall’euro è materia discutibile ed è comprensibile che la Banca Centrale Europea si batta affinché ciò non avvenga, non permettere alla Germania di mantenere un avanzo di bilancia estera deflazionistico è nelle competenze ad essa attribuite dal Trattato di Maastricht, ciò ha trasferito alla BCE importanti compiti di governo dell’economia reale, il cui rispetto ricade nella responsabilità della più ristretta cerchia di Capi di Stato e di governo dell’erurosistema membri del Consiglio Europeo.
Quindi l’Italia ha due sole possibilità: o non estingue il proprio debito pubblico (perché oltre 2 mila miliardi di debito sono impossibili da pagare, non c’è manovra che tenga) oppure utilizza, per il rimborso, una valuta che può totalmente gestire per come la vecchia lira.
di Biagio Gugliotta
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