Recensione di Mario Caligiuri
Dario Antiseri e’ uno dei più importanti filosofi italiani. Adriano Soi e’ stato il responsabile della comunicazione dell’intelligence del nostro Paese per diversi anni. Pubblicato da Rubbettino (che, probabilmente, tra l’altro, e’ l’unico editore nazionale che ha una collana dedicata al settore), hanno scritto un libro a quattro mani su “Intelligence e metodo scientifico”, presentato a Roma all’Istituto Sturzo.
I contributi offerti nell’occasione sono stati raccolti in un’agile pubblicazione dal titolo “La scienza dell’intelligence nell’era dell’incertezza”, allegata al numero di gennaio della rivista “Formiche”, diretta da Paolo Messa.
Paolo Savona, economista e Ministro della Repubblica nel governo di Carlo Azeglio Ciampi, ne ha scritto la prefazione riassumendo il contenuto del libro e dell’evento: si può “fare una buona intelligence se si fa uso con arte del metodo deduttivo, e si verificano i risultati nella realtà , cambiando strategia di fronte agli errori”.
Per Antiseri e Soi l’intelligence e’ “un metodo per trasformare informazioni in conoscenze”, utilizzando appunto il metodo scientifico che e’ quello dell’errore ma anche quello dell’invenzione, poiché “la creatività e’ necessaria al ricercatore”. Citando Einstein e Darwin, Nietzsche e Augusto Murri, Gadamer e Popper, Bloch e Salvemini viene approfondita l’importanza delle congetture e delle confutazioni, poiché gli scienziati hanno “diverse fonti di informazione di cui dispongono, ma il metodo di trarre le informazioni dalle fonti rimane lo stesso”.
Segue poi il contributo del Direttore del Dis, il Servizio di informazione per la Sicurezza della Repubblica, l’ambasciatore Giampiero Massolo che ribadisce “l’esigenza di essere scientifici non tanto nel senso di essere portatori di una scienza esatta ma come metodo, cioè continuare a mettere in dubbio ogni cosa, continuare a verificare, essere sopratutto pronti a cambiare idea”. Affronta poi il tema centrale del reclutamento e quindi della “duplice formazione, di chi si forma ma anche dei docenti”, precisando che “mentre il discente ha, in qualche modo, il diritto a errare, il formatore dovrebbe essere adeguato al compito e la formazione dei formatori e’ un’altra delle sfide cui l’intelligence, non solo italiana, si trova di fronte”.
Conclude la pubblicazione l’intervento di Angelo Maria Petroni, professore universitario e Segretario Generale dell’Aspen Institute Italia, richiamando che “viviamo in un mondo complicato nel crepuscolo delle probabilità, il solo concetto che i greci non conoscevano rispetto a noi”, evidenziando che “tutto il mondo moderno e’ il passaggio dall’incertezza alla probabilità. Il mondo antico e’ il mondo dell’incertezza: una cosa poteva accadere, poteva non accadere, non si sapeva misurarne l’incertezza”. Per Petroni trasformare l’incertezza in probabilità e’ in definita il ruolo dell’intelligence che deve operare, come diceva Immanuel Kant, “dentro l’imperio delle leggi”.
In definiva, oltre al libro di Antiseri e Soi anche la pubblicazione dei contributi della sua presentazione evidenziano la necessita di un approccio scientifico alla materia, richiamando la necessità di un riconoscimento accademico dell’intelligence nelle università del nostro Paese, in analogia con quanto succede nel resto del mondo.
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