Confronto critico sulla scuola di oggi e, soprattutto, quella di domani
a cura di Alessandro Vinci
Nuovo intervento sulla scuola per Umberto Galimberti. All’interno del libro “Fiaccole, non vasi”, confronto critico sulla scuola di oggi e di domani (ed. Rubbettino), il filosofo scrive riguarda la sua idea di istruzione con parole che faranno sicuramente discutere.
Per Galimberti, la scuola italiana, nonostante l’istruzione impartita, non riesce a svolgere il suo compito di educare a causa di motivi sia oggettivi che soggettivi.
Tra le ragioni oggettive, vi è la dimensione troppo elevata delle classi che impedisce di individuare la qualità intellettuale e il percorso emotivo e sentimentale di ciascuno studente. Per questo motivo, sarebbe necessario comporre classi con un numero limitato di studenti, come ad esempio 12 o 15, al fine di poter svolgere un vero e proprio processo educativo. Inoltre, dalle scuole secondarie superiori sarebbe consigliabile allontanare i genitori che, spesso, sono interessati solo alla promozione scolastica dei figli e, in caso di mancata promozione, ricorrono ai tribunali. Questo comportamento, oltre a ledere la meritocrazia, tende a demotivare gli studenti che studiano e a premiare quelli che non lo fanno.
Per quanto riguarda le ragioni soggettive, la formazione dei docenti rappresenta un fattore determinante. Attualmente, si diventa insegnanti superando un concorso e, successivamente, si entra in graduatorie dove il punteggio è influenzato anche da situazioni familiari. Tuttavia, non esiste una formazione adeguata in psicologia dell’età evolutiva, elemento fondamentale per gli insegnanti che quotidianamente si confrontano con gli studenti.
Per Galimberti sarebbe necessario che i docenti frequentassero corsi di teatro, in modo da acquisire la capacità di comunicare e di attivare l’attenzione degli studenti. Inoltre, sarebbe opportuno sottoporre i candidati a un test di personalità che verifichi la presenza di empatia, dote naturale che non può essere appresa.
Per il filosofo sarebbe necessario abolire il ruolo nella professione docente, in modo che coloro che non sono all’altezza del loro compito possano essere sospesi dall’insegnamento. In questo modo, si eviterebbe la demotivazione degli studenti che, spesso, a scuola non riescono a trovare il nutrimento per la loro passione a causa del disinteresse emotivo e intellettuale degli insegnanti.
In conclusione, per Galimberti, nonostante le molte riforme della scuola che sono state introdotte negli ultimi anni, la vera sfida è quella di colmare il gap educativo e motivazionale che esiste tra insegnanti e studenti.