Da Airpress di aprile 2015
Nell’opinione pubblica si è ormai consolidato il concetto di intelligence come la globalità di tutte le tipologie di attività riconducibili alla raccolta e alla valorizzazione di informazioni, finalizzata alla produzione di una conoscenza utile al supporto delle decisioni dei governi in tema di difesa e sicurezza nazionale. Per ottenere questa saggezza, è stato indispensabile implementare non solo le tecniche di spionaggio e di accesso a informazioni segrete e riservate, ma anche l’accesso alle cosiddette “fonti aperte”, cioè non segrete, ma disponibili e accessibili dai comuni strumenti di mezzi di comunicazione (media, giornali, eventi, convegni, ecc.). L’inarrestabile sviluppo delle applicazioni presenti nel cyber-spazio (social network, blog, forum, surface web, deep web, video, immagini), ha prodotto un nuovo modo di raccogliere e valorizzare queste informazioni, sviluppando un nuovo settore scientifico e applicativo: la web intelligence. L’attività di intelligence attraverso la rete (cyber intelligence) che si basa su fonti aperte, può attualmente essere definita come il lavoro sistematico di raccolta, elaborazione, analisi, produzione, classificazione e diffusione di informazioni liberamente e legalmente accessibili. Essa può essere condotta in risposta a particolari richieste dei governi per il mantenimento della sicurezza nazionale o per scopi commerciali da parte di aziende o altre istituzioni anche non governative. Tutto questo è sapientemente analizzato in Open source intelligence & cyberspace. La nuova frontiera della cono
scenza, l’ultimo libro di Antonio Teti, docente di Cyber-intelligence, cyber-security e It governance presso l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti e Pescara. L’autore affronta una serie di tematiche sulla gestione tecnica e operativa delle informazioni. Viene affrontato il rapporto tra tecnologie digitali e quantità di informazioni prodotte quotidianamente nel mondo, analizzando il problema della molteplicità delle fonti e della loro rilevanza. Trasformare i dati grezzi in informazioni corrette e tempestive è diventato decisivo sia per i governi, che si trovino a fronteggiare gravi problemi come il terrorismo e le guerre economiche, sia per le aziende private, che abbiano l’opportunità di basare i propri processi decisionali sui risultati dell’attività di business intelligence, consolidando il vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti. Per selezionare i dati, gli analisti utilizzano innovative tecniche per l’esame delle informazioni, come ad esempio il web semantico. L’origine del processo di intelligence è rappresentato poi dall’individuazione delle reali esigenze informative dei decisori, tenendo conto delle loro specifiche richieste. L’utente della rete ricopre il duplice ruolo di consumatore e produttore di contenuti e ciò comporta la presenza nel web di un numero infinito, e potenzialmente inesauribile e ingestibile, di testi e contenuti multimediali. Questa attività è amplificata appunto dai social network, piattaforme che racchiudono informazioni preziose sui profili degli utenti, sulle connessioni tra le persone e su altri ambiti che pos
sono caratterizzare l’attività di intelligence. Per svolgere al meglio il proprio lavoro, gli analisti devono ricorrere non solo ai motori di ricerca più diffusi e popolari ma, per effettuare ricerche approfondite sui contenuti del web, devono soprattutto distinguersi per la padronanza di nuove e alternative applicazioni software. La ricerca delle informazioni non può limitarsi al cyberspazio “ufficiale” perché esiste una dimensione oscura, definita dark net o deep web che, secondo numerosi esperti, conterrebbe la stragrande maggioranza delle informazioni presenti su Internet, identificate solo in minima parte dai comuni motori di ricerca. Infatti, grazie ai motori di ricerca (tipo Google) viene individuato meno del 5% di ciò che è disponibile realmente su Internet. Per evitare che vengano intercettate le proprie comunicazioni, tale dimensione oscura è ampiamente utilizzata da organizzazioni terroristiche e criminali, al pari delle grandi multinazionali. La quantità di siti attivi in questa dimensione della rete è enorme e le informazioni che possono essere estratte sono ovviamente molto importanti per le attività di intelligence.
di Chiara Rossi
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