da La Repubblica del 1 Dicembre
«Il mondo è un luogo meraviglioso che noi, come giardinieri, possiamo ancora migliorare e coltivare». E’ il messaggio di Karl Popper che nel 1991 si chiede perché in Germania l’ostilità dei Verdi nei confronti della tecnica e della scienza della natura sia così forte. Risposta: «I tedeschi si fanno impressionare dai loro filosofi anche quando questi filosofi dicono delle assurdità incomprensibili, che purtroppo sui tedeschi fanno una profonda impressione» (è noto che i tedeschi sono molto impressionabili). Ma veniamo al dunque. Alla base di questo dannoso atteggiamento antiscientifico e antitecnologico dei Verdi tedeschi, c’è Heidegger, secondo cui il mondo occidentale è costruito sulla manipolazione delle cose che dunque sono prive di essere, identità. E anche l’uomo è manipolabile perché oggetto del potere politico, dell’ingegneria genetica. Ne consegue il totale rifiuto della tecnica. Popper insiste: bisogna soffermarsi sul significato etico e culturale della tecnica, ovvero sulle innovazioni che hanno trasformato la società in cui viviamo, che hanno modificato radicalmente in meglio la nostra vita, liberandola dall’oppressione e dall’angoscia della “pena del lavoro”. Bisogna scegliere da che parte stare…
di Francesca Bolino
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