Da Famiglia Oggi del 7 gennaio
Donati sceglie per titolare la sua analisi sulla famiglia italiana attuale, il termine genoma a indicare la funzione vitale sul piano personale e collettivo. Rilevando la crucialità dei generi, le problematicità della coppia in un contesto individualista ed egocentrico, luogo e spazio della relazione amorosa, con la famiglia sullo sfondo.
Non dà per scontata “l’omogeneità dei sessi” sostenuta dalla neutralità del diritto e della moda poiché ne considera le differenze psicologiche a livello profondo rispetto ad ansie e desideri. Sostituisce la piena reversibilità con una interdipendenza e una negoziazione personale della coppia che attraverso stili propri, affronta compiti quotidiani e ripartizioni professionali ed educative, decisioni sulle carriere e compiti di cura verso le famiglie di origine. Tale flessibilità deve essere esplicitata e regolata.
Se la modernità ha privilegiato una lettura maschile della realtà, la crisi della modernità ha “visto” la donna come soggetto di nuovo interesse, mostrando nelle situazioni che affronta maggiore e migliore integrazione fra corpo e anima. Donati osservando la funzione giudicante rispetto la realtà, rileva nel femminile una funzione avvolgente che privilegia la relazione evitando la rottura, mentre il maschile persegue una logica penetrante in forza di attività e risultati che non sacrifica per affetti e relazioni. Questi due processi si alternano, a volte si integrano, altre confliggono. Sempre più spesso emergono nella donna tratti culturali di attenzione alla persona concreti, pur facendo emergere atteggiamenti e rivendicazioni che creano nell’uomo smarrimento.
Inseguendo la parità, ma continuando a contrapporsi, i generi aumentano il conflitto e se tendono a essere permissivi coi figli, sono rigidi ed esigenti col partner, entrambi investiti delle lotta per il potere. Il rischio della sovrapposizione e della manipolazione dell’altro è elevato, giustificato dall’esigenza di esprimere se stessi, causa un’inadeguata capacità relazionale. Una delle strategie per sottrarsi alla conflittualità è il ritiro, come i single. Tale scelta nega ogni dimensione familiare alla base dell’apprendimento sociale.
Insostituibile è la funzione pedagogica di mediazione che la famiglia svolge al suo interno e all’esterno. Che non è sostitutiva o complementare al welfare, ma è fonte di educazione e formazione alla cura e alla responsabilità. Il patrimonio di competenze e valori che la famiglia trasmette e produce è origine di bene comune e fondativo della dimensione democratica. Averne beneficiato serve per conseguire «quella matrice esistenziale necessaria per avere poi una qualunque collocazione significativa nel mondo».
di Valeria Perucca
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