Con “Lampi di futuro. Etica del lavoro o globalizzazione disumana”, Benedetto Di Iacovo, segretario generale delle Confial, analizza il presente per tracciare la strada del futuro. Il saggio, edito da Rubettino, si apre con il contributo di Giorgio Benvenuto, leader storico del sindacalismo italiano e fondatore del “sindacato dei cittadini”. Benvenuto spalanca le porte alla lucida e obiettiva analisi dell’attuale situazione italiana che Di Iacovo compie con rigore, senza fermarsi alla mera enunciazione dei fatti, ma proponendo valide ed interessanti soluzioni per migliorare o sistemare le cose.
Il volume descrive la rivoluzione a cui, come inconsapevoli attori, tutti abbiamo partecipato. Mette in risalto come tutto ciò ci ha condotti alla perdita dei grandi riferimenti religiosi e degli assoluti filosofici, come ha modificato politica, etica, costumi sociali e persino l’atteggiamento psicologico di noi uomini di questo secolo. L’autore, quindi, definisci i dinamismi che, a suo parere, difficilmente ci permettono di avere dei punti di vista fermi e definitivi.
Da esperto politico, Di Iacovo, descrive la spinta della corsa tecnologica, tutt’altro che conclusa, che ci pone davanti ad un paesaggio molto complesso ed in movimento in cui l’effetto è dilagante. Pone l’ accento su come è cambiato il modo di fare impresa e il mondo del lavoro ed osserva che la conoscenza da usare non può più essere quella individuale ma è obbligata a confrontarsi con quella condivisa in rete. Si sofferma sulla grande varietà di forme contrattuali di lavoro a tempo determinato e flessibile che hanno reso, per alcuni aspetti, più facile l’ingresso nel mondo del lavoro ma hanno aumentato anche i tempi di permanenza in una dimensione di precarietà e in una situazione economica non in grado di realizzare risparmio. Ci trasporta , in estrema sintesi, in una “società instabile” che crea una vita di relazioni, anche lavorative, altrettanto instabili, che non permette ai giovani di programmare il loro futuro e che provoca elevati costi umani e sociali.
Si tratta di una nuova società che, a parere di Di Iacovo, è divergente a più fasi, che ha bisogno di dialogare al suo interno, di riconoscere eccellenze, spinte positive e dinamiche, promuovere lo spirito di iniziativa. E’ convinto che lo sviluppo deve basarsi su processi innovativi e strategie che individuino e valorizzino tutti quei beni non materiali presenti per inserirli in un quadro più ampio di saperi condivisi. E sono questi i lampi di futuro che Di Iacovo, tra l’affollarsi e l’elidersi dei cambiamenti, comincia a riconoscere nitidamente.
La capacità di rispondere con la bandiera della concretezza alla grande discrasia tutta italiana tra il dire ed il fare, fanno del saggio un ottimo testo su cui riflettere. Lo consiglio anche ai giovani, anzi forse soprattutto ai giovani, perché saranno immersi in modo diretto, lontano da ogni retorica, nel bene e nel male, nella storia più recente e negli avvenimenti dei nostri giorni.
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