Dal Giornale di Sicilia del 15 giugno
Dalla chitarra alle pagine per spiegare il Vangelo sempre attraverso la musica. Dopo le omelie cantate, monsignor Antonio Staglianò, analizza in un libro i brani di diversi artisti italiani. Puntando ad evangelizzare.
Rock, pop, avanguardia e, all’occasione, anche musica classica. Con la chitarra in mano e anche da solo, seppure accompagnato da un gruppo di cantori, monsignor Antonio Stagliano, vescovo oratore e, al tempo stesso, urlatore, la scala musicale con parole sante l’ha riversata sulle pagine del nuovo libro «La buona novella pop», edito dalla Rubettino, nelle librerie già da qualche giorno. Il «Canta che ti passa», tanto caro agli alpini durante la prima guerra mondiale, nel caso del vescovo che crede negli esseri umani è diventato un chiaro sermone. In musica, sì, perché il canto è balsamo. Il vescovo calabrese, arrivato a Noto nell’aprile del 2009 e che ieri l’altro ha festeggiato il suo cinquantasettesimo compleanno oltre ad essere anche il giorno del suo onomastico, durante le prediche si rivolge ai fedeli “cantillando”. Di tutto e di più: Arisa, Marco Mengoni, Francesco Gabbani, Nek. Cantare annunciando il Vangelo: così il monsignore che ama mettere in rete le sue prediche – è un classico la registrazione dei suoi discorsi – ha dato alle stampe «La buona novella pop», libro che, come ha affermato il suo più stretto collaboratore, don Alessandro Paolino, “è pensato per un target ampio che va dagli operatori pastorali, alle famiglie, ai più giovani e racconta la passione del vescovo per la musica e per l’educazione delle giovani generazioni. L’intento di questa operazione di evangelizzazione rivela il desiderio del vescovo di spingersi oltre un registro puramente ecclesiale, per usare un linguaggio più incarnato e più universale, quello delle cosiddette “canzonette” che poi, a rileggerle con maggiore intelligenza critica, come fa monsignor Staglianò nel libro – spiega don Paolino – non sono da considerare in maniera così superficiale, per scoprire invece che alcuni di questi brani presentano testi molto significativi che possono veicolare valori e verità profonde che, oggi, in questa società distratta, non sappiamo più come comunicare”. Credere negli esseri umani cantando la buona novella pop: cantillare per comunicare e arrivare direttamente al cuore di giovani e meno giovani. «Nella musica pop non si può trovare sapienza umana?», si chiede monsignor Staglianò. «E quando predichiamo il Vangelo – aggiunge il vescovo – non ci interessiamo all’umano dell’uomo? In verità, i testi delle canzonette, nella misura in cui intercettano la dimensione umana dell’uomo, appartengono di diritto al Vangelo e alla sua predicazione». Che continua. In musica.
di Vincenzo Rosana
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