Navi Radjou, Jaideep Prabhu, Simone Ahuja
Jugaad InnovationPensa frugale, sii flessibile, genera una crescita dirompente
a cura di Giovanni Lo Storto e Leonardo Previ
da Il Mattino del 23 Giugno
Arrangiarsi è una prerogativa, quasi genetica dei napoletani e in generale dei meridionali. Ma non solo. In tempi di Grande Crisi può essere una chiave per provare a declinare i punti cardinali di quello che gli studiosi di mezzo mondo stanno cercando come una moderna Pietra filosofale: il nuovo modello di sviluppo. Per fare crescita economica, occupazione, e uscire attraverso nuove porte dal buio della recessione e della stagnazione. Una conferma arriva da un best seller scritto da tre cervelloni indiani, tutti accreditati nelle accademie e nel girone dell’industria ad alto potenziale tecnologico degli Stati Uniti, e appena tradotto in italiano (Jugaaad Innovation, edizioni Rubettino) in un’edizione a cura di Giovanni Lo Storto, direttore generale della Luiss, e Leonardo Previ, presidente di Trivioquadrivio. Navi Radjou, consulente strategico nella Silicon Valley, Jaideep Prabhu, professore all’università di Cambridge, e SimoneAhuja, fondatrice della società di consulenza Blood Orange, mettono sul tavolo la jugaad, una parola hindi che può essere tradotta come una soluzione innovativa e improvvisata che nasce dalla creatività e dall’ingegno. Un modo per arrangiarsi, ma non verso il basso, da sconfitti, quanto verso l’alto dell’innovazione e della crescita economica. Scrivono Lo Storto e Previ: «La jugaad rappresenta una imperdibile opportunità, che può consentire alle nostre piccole e medie imprese di tornare ai modelli virtuosi del boom economico. D’altra parte, solo per fare un esempio, è su questa cornice mentale dell’arte di arrangiarsi che si è intestata la cultura del design e della creatività cui l’immagine dell’Italia nel mondo deve così tanto». La soluzione creativa, l’arrangiarsi, è stata una delle leve dell’esplosivo sviluppo indiano in questi ultimi anni. Federico Rampini, autore della prefazione del libro e corrispondente di lungo corso in India e in Cina, racconta di una lavatrice da 50 euro con una speciale memoria elettronica programmata per neutralizzare i continui blackout elettrici, molto frequenti in India, e per consentire al programma di lavaggio di riprendere indisturbato il suo lavoro appena riprende la fornitura di energia. Ancora: in un piccolo e sperduto villaggio indiano nel deserto del Gujrat, dove si studiano e si applicano migliaia di invenzioni jugaad nate dal popolo e dall’ingegno locale, un semplice vasaio, Mansukh Prajapati, ha brevettato e messo in produzione il frigorifero d’argilla. Come funziona? L’acqua filtra da un vano superiore attraverso le pareti laterali, raffreddando, grazie all’evaporazione, il recipiente per il cibo piazzato più in basso. Il frigorifero di Prajapati non consuma elettricità, è completamente biodegradabile e non produce rifiuti nel corso della sua vita. Un’autentica e geniale innovazione. Ma la jugaad non è solo una bussola, più filosofia che teoria economica orientata alla capacità di arrangiarsi: è una leva per riscrivere i paradigmi dopo la Grande Crisi.
di Antonio Galdo
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