Jugaad Innovation, pensa frugale, sii flessibile e genera una crescita dirompente (Affaritaliani.it)

del 3 Agosto 2015

Da Affaritaliani.it 31 Luglio

IL RIGOLETTO/ Il libro del weekend scelto da Affaritaliani.it è “Jugaad Innovation” di Radjou, Prabhu e Ahuja, edizione italiana Rubbettino a cura di Giovanni Lo Storto
Che la necessità aguzzi l’ingegno è chiaro a noi tutti; meno risaputo è che la scarsità sia la fonte dell’innovazione. L’approccio Jugaad ci aiuta a osservare la crisi economica con uno sguardo diverso.
Jugaad è una parola Hindi che indica una soluzione innovativa ad una necessità, nata dall’ingegno e dall’intelligenza. L’innovazione Jugaad, però, non si limita all’India, ma hai suoi corrispettivi anche in altri mercati emergenti, come Cina, Brasile, Kenya.

Consiste in un modo del tutto nuovo di pensare l’innovazione tecnologica e le strategie di sviluppo aziendali, ricavando una soluzione soddisfacente da risorse limitate.
La condizione economica attuale richiede un approccio più frugale e flessibile all’innovazione, che consenta all’innovatore o all’imprenditore di adattarsi rapidamente alle situazioni impreviste. Partendo dallo studio della mentalità degli innovatori Jugaad, che spesso operano in settori di scarsità estrema, gli autori descrivono una serie di principi alla base di questo metodo: cercare opportunità nelle avversità, fare di più con meno, pensare e agire in modo flessibile, includere il margine.
Gli autori mostrano come nei mercati emergenti l’approccio jugaad stia portando ad una crescita sorprendente e suggeriscono alle aziende occidentali di integrare questo atteggiamento con il loro tradizionale sistema di innovazione. Anche aziende come, Apple, Facebook, Google e PepsiCo stanno già applicando i principi jugaad. Viviamo in un mondo che non ha più bisogno di soluzioni troppo sofisticate, bensì semplici e funzionali, che rispondano a bisogni concreti. Il mondo ha bisogno di soluzioni jugaad.

Gli Autori:

NAVI RADJOU è consulente per l’innovazione e la formazione a Palo Alto, California. E’ inoltre ricercatore alla Business School dell’Università di Cambridge.

JAIDEEP PRABHU è docente universitario di economia dell’impresa e direttore del Centro “India&Global” alla Business School dell’Università di Cambridge.

SIMONE AHUJA ha fondato la Blood Orange, società di consulenza in marketing e strategia con sedi a Minneapolis e Mumbai.

Giovanni Lo Storto

Una laurea in Economia alla LUISS Guido Carli, dal 2013 è Direttore Generale dell’ateneo di Confindustria.
Nato a Troia, provincia di Foggia, nel 1970, dopo un’esperienza nelle Forze Armate, come ufficiale del Corpo di Amministrazione dell’Esercito, ha lavorato in Swiss Re, multinazionale leader della riassicurazione, occupandosi di alternative risk transfer, di financial planning and controlling e di strategic planning and performance monitoring. È stato anche direttore operativo in Bartolini Corriere Espresso, la nota realtà di spedizioni e logistica, con la responsabilità della guida di una filiale.
In LUISS si è occupato inizialmente di pianificazione e controllo di gestione, allargando via via il proprio ambito di responsabilità e arrivando a ricoprire, per diversi anni, il ruolo di Vice Direttore Generale.
È stato docente di Economia delle aziende di assicurazione, materia insegnata sia alla LUISS che all’Università de L’Aquila.

È membro dei consigli di amministrazione di vari enti e associazioni legati al mondo della cultura e dell’informazione. Fra questi, si annoverano le riviste Internazionale e Formiche, l’agenzia di stampa Askanews, la Fondazione per la Ricerca giuridico-economica sugli Enti no profit e le imprese.
Ha ricevuto il premio internazionale ‘Daunia 2006’, il premio ‘Argos Hippium 2008’ e il ‘Premio Guido Carli 2014’, oltre ad essere stato insignito nel 2010 dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Ha curato l’edizione italiana del best-seller mondiale Jugaad Innovation, il libro sull’innovazione in tempo di crisi (ed. Rubettino 2014).

La LUISS Guido Carli è un’università indipendente non statale, basata su un approccio didattico innovativo che viene erogato attraverso quattro dipartimenti: Economia e Finanza, Impresa e Management, Giurisprudenza, Scienze Politiche. Oltre alla presenza di importanti Schools, attive nell’alta formazione al management, all’economia e alle scienze di governo, l’ateneo promosso da Confindustria ha quindi un rapporto privilegiato con il business, anche per il legame con la principale associazione italiana di imprenditori.

L’introduzione

Le idee e la creatività sono il cuore del mio business, quindi quando capita un libro come Jugaad Innovation, che ridisegna il linguaggio e la metodologia di innovazione, c’è da emozionarsi. Come notano gli autori, questo è un periodo di crescente complessità e maggiore scarsità di risorse, di modelli finanziari barcollanti in Occidente, e centri di potere economico che stanno emergendo a ritmo sostenuto in Oriente e nel Sud del mondo. La rivelazione è che gli autori delineano un nuovo set di principi – dai mercati emergenti come India, Brasile, Cina e Kenya – per innovazioni dirompenti di cui dobbiamo prendere nota e che dobbiamo iniziare ad adottare se possono servire a rigenerare la crescita.

Ho incontrato per la prima volta uno degli autori – Jaideep Prabhu – alla Judge Business School dell’Università di Cambridge, quando ero ceo-in-residence. Una delle gioie del mio ruolo è incontrare persone come Jaideep e ascoltare le loro idee nascenti per rendere il mondo un posto migliore. Con i suoi collaboratori, Navi Radjou e Simone Ahuja, Jaideep ha dato vita al concetto di jugaad, con tutti i colori vivi e l’esuberanza che caratterizzano l’India.

Questo è un libro radicalmente ottimista e che allinea diversi filoni della mia ricerca accademica e istinti naturali che derivano da quaranta anni passati nel business. I miei mantra si spiegano così: dedicati a idee che cambiano il mondo; il sentimento porta l’azione; la creatività supera la scarsità; in periodi di difficoltà, devi vincere nonostante le avversità. I loro principi sono paralleli: segui il potenziale del tuo cuore; cerca l’opportunità nell’avversità; fai di più con meno; includi il margine; rimani leggero; il mondo è troppo complesso per la sola ragione. Il mio parametro per l’innovazione è «fallisci in fretta, aggiusta in fretta, impara in fretta». Il loro: «fallisci in modo economico, fallisci in fretta, fallisci spesso».

Jugaad Innovation è un viaggio attraverso le iniziative più innovative dei mercati emergenti, dagli imprenditori low-tech negli angoli delle strade nelle Filippine che incontrano le necessità di una comunità locale ai grandi conglomerati industriali in India e Cina che cercano di migliorare le vite di centinaia di milioni di persone. Gli autori tracciano molte compagnie occidentali che hanno copiato metodi jugaad – Procter & Gamble e PepsiCo sono due compagnie per cui ho lavorato – ma alla fine concludono che «il motore dell’innovazione occidentale è diventato troppo rigido, isolato e gonfio… consuma molte risorse e fa tanto rumore, ma produce poco». Ahio.

La jugaad è dunque sia una sveglia per le aziende mature con processi di innovazione istituzionale ipersviluppati, che un manuale di base su come essere pieni di risorse pur con scarsità di risorse. Nel mio Paese natale, la Nuova Zelanda, l’equivalente della jugaad è «#8 wire». Agli inizi dello sviluppo agricolo e industriale della Nuova Zelanda, gli agricoltori e businessmen non potevano aspettare tutti i mesi che servivano per i pezzi di ricambio o i nuovi macchinari che arrivavano con la nave dalla madrepatria Inghilterra, così hanno improvvisato soluzioni, arrangiandosi. È bello vedere cosa si è riusciti a fare con un semplice filo per le recinzioni.

«La scarsità è la madre dell’invenzione», dicono gli autori. L’austerità è il nuovo sistema operativo sia per le numerose aziende che per gli Stati, ovviamente. La frugalità è il contesto in cui lavorano i manager; riciclare e ricombinare è uno stile di vita per i personaggi che popolano le pagine di Jugaad Innovation, ed è una pratica che il nostro Occidente scialacquatore deve imparare e a cui si deve abituare. Nel mio business – comunicazione, marketing e pubblicità, ossia la vendita – l’avvento dei social media ha tagliato drasticamente i budget a cui una volta eravamo abituati. La creatività è il nostro più grande salvatore. Le grandi idee non guardano al budget, è solo che abbiamo poca pratica con il lavorare in questo ambiente. La jugaad illumina una strada.

Il punto in cui Jugaad Innovation davvero mi fa bollire il sangue è nella discussione di «intuire le necessità latenti dei consumatori». Steve Jobs ha avuto questa intuizione e ha progettato nuovi prodotti che le persone non avrebbero mai immaginato, ma che sono così ovvi quando ce li hai tra le mani. Da classico amante della semplicità, ha definito la presenza come l’assenza; ha semplicemente tolto – la tastiera, il mouse, la scatola del computer; ha ridotto ed eliminato. Il mio libro Lovemarks: il futuro oltre il marchio sostiene che le compagnie, se potessero, dovrebbero mettersi nel cuore dei clienti, farsi invitare ed essere in grado di rispondere chiaramente alla domanda killer che ogni cliente ha: «come migliorerai la mia vita?». Il batticuore delle compagnie che si vantano di mettere i clienti al centro di quello che loro fanno in realtà inverte i termini dell’equazione. Come sostengono gli autori, «il tuo cuore sa quello che la tua mente non conosce». Loro portano avanti l’idea di «seguire il proprio cuore» con intuizione, empatia e passione; il mio terno è «mistero, sensualità e intimità».

L’ultimo aspetto della jugaad da evidenziare è quello che definisco «rigidità mentale». L’autore parladi «alimentare il capitale psicologico della tua azienda per spingere la sua resilienza più sicura». A Saatchi&Saatchi abbiamo un obiettivo di scopo base: «Nulla è impossibile». A questo io ho aggiunto «Una squadra, un sogno». Avere al tuo fianco persone stravaganti con uno scopo è buono; avere persone stravaganti senza una guida non lo è. Proprio come ho inventato, adattato e rubato metodi e tecniche per organizzare e tenere seimila persone in riga, questi autori ci offrono una guida su come fare. Non puoi avere un libro che parla di mancanza di risorse senza risorse, e Jugaad Innovation fornisce una quantità generosa di piani d’azione.

Fino a questo libro, il più comune scambio che avevo con l’India era il cricket. Ho guidato squadre di cricket negli anni della scuola, ammaliato dai misteri della palla ad effetto (cercatelo su Google; è un tipo di lancio effettuato con il braccio destro girando su una gamba) e la forza mastodontica di colpire una frazione a oltre sei tappe. Ora ho la jugaad, e la mia relazione con l’India e l’innovazione è rinata.

Grasmere, Inghilterra Kevin Roberts
Febbraio 2012 ceo, Saatchi&Saatchi

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