In occasione della partecipazione di Fatos Kongoli al Salone del libro di Torino, nel contesto del programma ideato per l’Albania Paese ospite d’onore della manifestazione, ho raccolto le impressioni di Luigi Franco, direttore editoriale di Rubbettino, circa l’opera di uno dei più grandi autori dell’attuale panorama letterario albanese.
L’appuntamento di Kongoli con i lettori è fissato per venerdì 19 maggio alle ore 10.00, al Lingotto, in un incontro che vedrà la presenza di Franco e di Irena Toçi, direttrice della casa editrice albanese Toena, presso Sala Albania, lo stand riservato al Paese delle Aquile. L’obiettivo dell’evento è quello di presentare Kongoli e di parlare del suo libro Piccoli bugiardi, pubblicato da Rubbettino nel 2022, per la traduzione di Klara Kodra, con la revisione di Zef Giuseppe Chiaramonte e di Luigi Franco.
Qual è stato il percorso di Rubbettino verso la letteratura albanese?
Alla letteratura albanese ci siamo arrivati per gradi e grazie ai contatti intrattenuti con l’Università della Calabria, Dipartimento di Culture, Educazione e Società, Laboratorio di Albanologia. Siamo sempre stati editori che si sono occupati di studio e dialogando con il prof. Altimari, (all’epoca avevamo lanciato un progetto di marketing), è nata la nostra curiosità nei confronti della letteratura albanese contemporanea.
Luce che sgorga dall’abisso di Drita Çomo è stato il primo libro tradotto dall’albanese e pubblicato dalla nostra casa editrice, in un’edizione con la prefazione di Ismail Kadare. Siamo partiti da questo interessante volume, per poi ampliare i nostri contatti. Quando siamo stati ospiti alla Fiera del libro di Tirana, abbiamo incontrato Visar Zhiti, al quale abbiamo fatto la prima proposta di pubblicazione per Il visionario alato e la donna proibita. Ci siamo avvicinati gradualmente alla letteratura albanese, ma, da subito, con grandi nomi.
In che modo ha incontrato Fatos Kongoli?
Ho conosciuto Kongoli, leggendo e di conseguenza studiando un estratto de La vita in una scatola di fiammiferi tradotto da Liljana Qafa. Mi ha molto colpito quella lettura e così mi sono avvicinato a questo autore che mi ha immediatamente affascinato. Ammetto che per me Kongoli è stato una folgorazione: ritengo sia uno scrittore di livello superiore, senza nulla togliere agli altri. Riscontro in lui una freschezza che va oltre il simbolismo che caratterizza gli scrittori albanesi contemporanei. Il suo linguaggio, apparentemente semplice, è diretto ed efficace. Non collocherei la letteratura di Kongoli in un’area circoscritta: mi sembra di minimizzare definendola albanese, nel senso geografico e letterario del termine. Direi che i suoi romanzi sono universali e che riflettono le angosce degli uomini contemporanei.
I libri di Kongoli sono ricchi di metafore, i protagonisti non sono mai degli eroi, bensì degli antieroi. I personaggi, spesso, si presentano nei loro aspetti meno edificanti. Quello che l’autore esprime nei suoi libri è adatto a ogni latitudine e sinonimo di modernità.
Kongoli è stato oggetto anche di critiche negative, in riferimento all’utilizzo dello stesso schema, per esempio. Certo, può essere che alla base ci sia un modello somigliante, ma ogni romanzo, seppur similare al precedente, è diverso in ogni sua parte. Il protagonista dei suoi libri è quasi sempre l’uomo moderno schiacciato dagli eventi, declinato, però, in vari modi, in maniera semplice, ma con una profondità che tocca il lettore. Kongoli traduce in magia ciò che scrive e per questo non lo relegherei in una specifica area geografica.
Parliamo dei riscontri che la casa editrice ha avuto, in questi anni, dall’impegno nei confronti della letteratura albanese.
Indubbiamente le aspettative sono state sempre più alte dei risultati. Fatos è già stato ospite del Salone del libro e in varie manifestazioni italiane. Abbiamo sempre cercato di dargli la visibilità che merita, con tutti i limiti oggettivi che ci caratterizzano, come il fatto di essere una piccola casa editrice. Certo, non è semplice, ma sono proprio gli autori come Kongoli che ci stimolano a proseguire. Siamo orgogliosi di dare attenzione a un filone che viene snobbato dai più. Si mostra sicuramente interesse nei confronti di un grande autore come Kadare o nei riguardi di qualcuno tra i più bravi che pubblica in italiano. A tutti gli altri non viene riservata la stessa considerazione.
Anche noi, per forza di cose, dobbiamo cercare di trovare un limite di sostenibilità e la qualità di uno scrittore come Kongoli ci aiuta. Per esempio, spesso abbiamo avuto difficoltà a trovare un traduttore madrelingua. Siamo molto orgogliosi di aver tradotto Fatos dall’albanese, quindi dalla lingua madre: purtroppo, però, non tutte le trasposizioni hanno la stessa qualità e quindi, non tutte rendono giustizia all’autore. Si fatica molto per trovare un traduttore realmente capace e uno dei motivi principali è l’improvvisazione che dilaga in questo settore. Noi, comunque sia, andremo sempre avanti.