Interris.it ha intervistato l’imprenditore Francesco Cicione per focalizzare il ruolo che potrà svolgere l’innovazione nella ricostruzione post Covid. E’ autore con Luca De Biase del saggio “Innovazione Armonica. Un senso di futuro” (Rubbettino).
Missione innovazione
Fondatore e presidente di Entopan – Smart Networks & Strategies. Fondatore e vice presidente esecutivo di Oltre Open Innovation Hub. Francesco Cicione ha creato una delle più importanti piattaforme di innovazione del sud Italia. Accompagna start-up e piccole e medie imprese innovative, spin-off e grandi player.
In pandemia a cosa serve l’innovazione?
“L’innovazione è per l’Uomo. Ma l’Uomo non può non essere che dalla ‘verità’. È per questo che non può esistere vera innovazione senza ‘verità’. L’innovazione è ‘verità’. Deve essere ‘verità’. Deve essere dalla ‘verità’ e per la ‘verità’. Poiché per noi cristiani la ‘verità’ è Cristo, da cristiani potremmo dire che Cristo è la vera ‘innovazione’, ‘l’innovatore degli innovatori’”.
Può farci un esempio di “armonia”?
«L’innovazione armonica crede nell’innovazione come strumento per contribuire al perenne mistero della ‘creazione’ che sempre si rinnova e sempre si evolve. Alimentata dalla propria ‘verità’ interiore sussurrata dallo ‘spirito’ di ogni tempo. L’innovazione armonica crede nell’innovazione che dopo aver interrogato la ragione è disponibile ad aprirsi a una luce più̀ grande. Ispirata da un approccio sapienziale costantemente rivolto a perseguire l’incontro tra immanenza e trascendenza. Tra finitudine e infinitudine. Tra presente ed eternità. Tra ricerca tecnologia e ricerca morale. Nella costante valutazione delle implicazioni etiche di ogni intervento”.
A cosa si riferisce?
Con quali effetti?
“Rispetto alla dirompente evoluzione in atto (tecnologica, sociale, economica), stiamo vivendo quella che viene definita la ‘Quarta rivoluzione industriale’. Un evento che sta mostrando effetti ampi e profondi in termini tecnologici. Ma soprattutto economici e sociali. Un brusco salto evolutivo per la società e per l’Uomo stesso. Rispetto al quale riteniamo dunque fondamentale riaffermare quei principi etici e sapienziali che sono alla base dell’Essere Umano”
Cioè?
«L’innovazione armonica è impegnata nella costruzione di un futuro sostenibile. Ma essere sostenibili significa essere veri. Veri ontologicamente. Veri antropologicamente. Veri storicamente e cosmologicamente. Significa ricomporre la frattura tra verità dell’essere e verità del fine. Oggi si crea per consumare e ciò ha generato la società del consumo. Ma il vero fine è la necessità ed il bisogno essenziale”.
Verso quali prospettive?
“Consumare in maniera responsabile significa recuperare il vero fine. Recuperare la perfetta sintesi tra essere e fine. Significa recuperare un rapporto armonico tra uomo e creato. Tra uomini e uomini. Attingendo a quella sapienza primigenia che in maniera sorprendente ha caratterizzato tutte le più antiche culture della storia”.
In che modo ha contribuito a ciò il Magistero dei pontefici?
“In termini di ricorsi storici, è utile ricordare che già nei decenni che anticiparono l’enciclica ‘Rerum Novarum’ di Papa Leone XIII, si era instaurato un processo di cambiamento tecnologico guidato dalla cosiddetta ‘Seconda rivoluzione industriale’ che ha plasmato la nostra società fino ad oggi. All’epoca si formò una classe operaia in grave difficoltà che, inizialmente, non vedeva nessun difensore. Nella rivoluzione industriale e nel conseguente sfruttamento dei lavoratori, Papa Leone XIII riconobbe una sfida cruciale per la storia del mondo. Rispose a questo elemento di forte tensione con la ‘Rerum Novarum’. La madre di tutte le encicliche sociali”.
Cosa comporta il paradigma “digitale”?
“A distanza di oltre due secoli, il mondo si ritrova di nuovo a confrontarsi con le ‘cose nuove’. La Trasformazione Digitale. Un elemento di eccezionale e profondo sconvolgimento. Che non fornisce facili riferimenti. E che mostra come unico fattore costante l’accelerazione verso il cambiamento. In questo contesto, così difficile e confuso, diventa preziosa la luce profetica delle encicliche di Papa Francesco. ‘Laudato si’’ e ‘Fratelli Tutti’”.
In che modo?
Rispetto alla cornice definita dalle encicliche di Papa Francesco, l’innovazione armonica si pone in piena sintona. Promuovendo un paradigma di innovazione al servizio dello sviluppo civile e culturale dell’uomo. Un elemento che può diventare centrale nel comporre i conflitti. E superare nuove e vecchie schiavitù”.
Su cosa si basa l’innovazione?
“Alla radice del concetto di innovazione armonica c’è il riconoscimento del limite. La ricerca di un senso etico. C’è la necessità di ricominciare ad avere fede nella ‘verità’ esterna all”io’. Piuttosto che nell’’io verità’. In uno sforzo di maggiore comprensione. E di attualizzazione delle leggi della vita. Non di un loro sovvertimento”.
Cosa può ispirare l’innovazione armonica?
“La nostra idea di innovazione è profondamente legata alla dottrina cattolica. Sia in termini di ispirazione valoriale. Sia in una prospettiva di applicazione della dottrina sociale della Chiesa. Attraverso la promozione di valori legati alla bellezza e all’armonia. Riteniamo che l’innovazione debba perseguire l’autenticità dell’uomo e nel mondo. Riannodando la verità individuale con quella collettiva, In un orizzonte di comunione tra immanente con il trascendente. Allo stesso tempo, identifichiamo nell’innovazione il più potente agente di cambiamento della storia dell’umanità. Ciò richiama alla nostra responsabilità di ‘creatori’ della storia”.
Ossia?
“La parossistica accelerazione del progresso tecnologico, se non governata, rischia di schiacciare la condizione umana. E di mortificarla. Un tempo, il progresso tecnologico andava di pari passo a un progresso delle abilità umane. Ma il passaggio dalla matita al computer, non ci ha reso buoni scrittori. Il passaggio dalla radio all’apparentemente infinito archivio di Spotify non ci ha reso intenditori di musica. Né tantomeno musicisti. Eppure la tecnologia sembra ormai il vero dominus del presente”.
Con quali conseguenze?
“La nostra epoca ha visto l’abdicazione della politica di fronte all’innovazione tecnologica. Cosa che ha messo in grave pericolo la civiltà occidentale. Alle derive post-umanistiche è indispensabile opporre un fermo richiamo ai valori fondanti dell’uomo. E alle parole di Verità del Vangelo. Solo così possiamo rifuggire da prospettive distopiche che vedono individui adattati in regimi tecnocratici. Dove è reso sterile ogni spazio di discussione pubblica. Ogni progresso veramente civile. Non è un rifiuto del progresso tecnologico. Ma un’assunzione di responsabilità rispetto al suo governo”.
Come contribuisce a ciò papa Francesco?
“Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha ripetutamente criticato il sistema capitalistico globale. Con espliciti riferimenti alla teoria economica del ‘trickle-down’. Una teoria che sostiene che i più ricchi dovrebbero essere autorizzati ad accumulare ancora più ricchezza. Perché, alla fine, quelle stessa ricchezza ‘ricadrà’ su tutti gli altri. La stessa attenzione critica riteniamo importante si focalizzi sull’innovazione”.
Perché?
“L’economa e la tecnologia devono essere finalizzate non al servizio di pochi. Ma al beneficio di tutti. Per far ciò, è indispensabile che le imprese trovino uno scopo che vada oltre il semplice profitto. E, parallelamente, che l’innovazione riscopra un ‘senso’. Radicato nel ‘nous’ fondativo impresso nel codice genetico del Creato. È da questa verità che bisogna ri-partire per orientare correttamente il nostro divenire. Storico. Sociale. Economico. Ambientale”.
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