Il connubio tra cinema e letteratura permette alla Rubbettino editore, in collaborazione con il CSC e la Cineteca Nazionale, di conquistare due prestigiosi riconoscimenti nell’ambito del premio “Domenico Meccoli – scrivere per il cinema”.
Nel corso della rassegna “Primo piano sull’autore”, tenutasi come da tradizione ad Assisi e dedicata quest’anno a Giuseppe Tornatore , una giuria di critici, giornalisti e personalità del mondo del cinema ha premiato “Il cinema di Claudio Gora”, a cura di Emiliano Morreale, come Miglior Libro sul Cinema di Autore Italiano, mentre Se non ricordo male, di Giulio Questi, a cura di Domenico Monetti e Luca Pallanch, è stato insignito del premio speciale Meccoli – 100 anni per la sezione e-book.
Il cinema di Claudio Gora
Claudio Gora (nome d’arte di Emilio Giordana, 1913-1998) è uno dei grandi autori italiani da riscoprire. Il suo volto è conosciuto come quello di un grande caratterista, interprete di magnifici “cattivi” borghesi, da Un maledetto imbroglio (1959) a Una vita difficile (1961). Ma a lui si devono alcuni film fondamentali degli anni ’50, da Il cielo è rosso (1950) a Febbre di vivere (1953), fino a La contessa azzurra (1960). Isolato e originale, negli anni tra la crisi del neorealismo e il miracolo economico trova una sua personale via tra melò e commedia, tra generi e modernità cinematografica. Per la prima volta in questo libro si offre una ricostruzione complessiva della multiforme personalità di Gora, regista e attore.
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Se non ricordo male
«Ho fatto il partigiano nelle valli bergamasche, ho preparato carte d’identità false per gli ebrei, ho venduto armi, ho bocciato le poesie di un giovane Pasolini, ho fatto da guida a Le Corbusier, ho incontrato Orson Welles, ho diviso la povertà con Marco Ferreri e i ricordi di guerra con Fenoglio, sono stato aiuto regista di Zurlini, Ettore Giannini e Rosi, ho lavorato nella famosa Lux Film di Gualino e Gatti, ho bocciato i provini della Loren e della Koscina… Ero il pupillo di Vittorini, pranzavo con Ferruccio Parri, Gassman e Rossellini, lavoravo di nascosto assieme ad Antonioni. Ho fatto coppia con il geniale Kim Arcalli, ho diretto Tomas Milian, Jean-Louis Trintignant, Gina Lollobrigida, Lucia Bosè… Sono scappato dall’Italia e ho vissuto nell’Isola di Baru, in Colombia, fraternizzando con Gabriel García Márquez… Ho girato il mondo con il folle produttore Daniele Senatore: abbiamo tirato coca nel bagno di Richard Burton, dormito nel letto della Loren a Central Park, aperto uffici a New York, Los Angeles e Cartagena… Un giorno mi sono ritirato in casa e ho cominciato a girare film da solo, con la videocamera, per la fantomatica casa di produzione Solipso Film…».
Nel secondo Novecento il lucidamente appartato Giulio Questi è stato sempre presente, fra cinema e letteratura, realtà e mistificazione. E questo romanzo di formazione di un novantenne narra le sue straordinarie avventure.
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