Il mondo che (ri)nasce. Un libro sulla pandemia edito da Rubbettino (paginatre.it)

di Paolo Calabrò, del 27 Maggio 2020

Il mondo che (ri)nasce

La nostra vita dopo la pandemia

a cura di Andrea Ferrazzi

«Sappiamo che usciremo da questa crisi cambiati» (Andrea Ferruzzi). «Terminata l’emergenza sanitaria nulla sarà più come prima» (Marco Magnani). «Il suo impatto cambierà comportamenti, rafforzerà valori, sconvolgerà le priorità» (Francesco Morace). «Ormai è a tutti chiaro che nulla sarà come prima» (Gianni Silvestrini). Tuttavia, dice Riccardo Perissich, «la costante esperienza storica ci dice che […] la natura umana ha sempre spinto nella stessa direzione: dopo i disastri, guerre o pestilenze, ha prevalso il desiderio di ritrovare la prosperità e la gioia di vivere “di prima”. Gli inviti alla palingenesi sociale vanno quindi presi con precauzione». Un saggio corale variegato e multiforme questo Il mondo che (ri)nasce. La nostra vita dopo la pandemia, curato da Andrea Ferrazzi ed edito da Rubbettino. Benvenuto per l’ampiezza dello studio (dall’economia alla sociologia, dalla comunicazione politica all’analisi della paura) e per la serietà dei temi trattati, oltre che per il prestigio degli autori (tra i quali spiccano, oltre a quello del curatore, i nomi di Franco Ferrarotti e Nadia Urbinati).

 

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La domanda su come sarà il nostro mondo domani viene dunque affrontata da prospettive diverse. Torneranno rafforzati i nazionalismi, sull’onda dell’“È colpa loro”? (Dei cinesi, dei runner, dell’altro in generale). Ci sarà una deglobalizzazione? si domanda Alessandro Aresu. Bisognerà pensare più e prima a riformare le economie nazionali, o bisogna prendere maggiore consapevolezza dell’interconnessione delle economie internazionali e rifondare una Unione Europea maggiormente coesa e forte? (UE che per inciso, annota Perissich, è stata criticata oltre le sue reali mancanze: «La critica è in parte ingiustificata. In materia sanitaria, il trattato attribuisce alle istituzioni solo un vago ruolo di coordinamento; la competenza è nazionale»). E le multinazionali, i cui bilanci sono spesso maggiori di quelli di interi Stati nazionali? Non bisognerà forse in primo luogo rivedere strutturalmente lo strapotere dei mercati e delle istituzioni finanziarie? Domande a cui si risponde puntualmente e con acribia. Con un’attenzione specifica all’Italia (alla sua peculiare struttura sociale ed economica: Francesco Morace, Stefano e Vera Zamagni). Non dimenticando i problemi più generali e importanti, come quello ambientale e climatico. Con una certezza: che lo slogan simbolo del capitalismo liberista: “T.I.N.A.: there is no alternative” rivela oggi tutta la sua inconsistenza. Le alternative ci sono, e anzi costruirne è proprio il lavoro che ci attende (Filippo Barbera e Paola Gioia).
Il ricavato del libro verrà donato a SOS Villaggi dei Bambini – organizzazione impegnata a livello mondiale in 135 Paesi – per finanziare progetti legati all’educazione.

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