Da Le Monde Diplomatique (Il Manifesto) del 15 dicembre
La chiave di lettura di questo interessante saggio che fa da filo conduttore a tutto il ragionamento, sta nell’utilizzo dell’iniziale maiuscola per le parole Divario e Deserto. Divario è la distanza che viepiù si accentua tra il Nord e il Sud dell’Italia, Deserto è la meta finale del percorso su cui il Meridione è destinato dalle politiche selettive dei governi succedutisi negli ultimi anni. Lino Patruno indica tutta una serie di eccellenze che il Sud può vantare non prima però di averne messo in luce le deficienze, i vizi, le intemperanze, i limiti che ancora ai nostri giorni foraggiano la filosofia dei luoghi comuni del pensiero, sempre più unico, sulla Questione Meridionale. Al primo posto la politica, con la sua atavica incapacità o lentezza nell’assumere le decisioni, spesso soggette, quando assunte, a interessi personali o di sparute oligarchie; per la spesa improduttiva che si sostanzia frequentemente nell’accontentar clientele e tenersi buoni i gruppi elettorali più potenti. È lungo l’elenco delle opere incompiute o di quelle compiute ed inutili: dall’invaso Pappadai in Puglia che doveva provvedere all’irrigazione delle terre del Salento, iniziato nel 1984 e ad oggi ancora privo di acqua; all’abusivismo di massa spesso tollerato se non sollecitato e praticato dalle governance locali; dal tram senza rotaie a Palermo, alla metropolitana leggera di Cosenza oggetto di contese spesso incomprensibili tra sindaci, assessori e consiglieri di opposte fazioni. C’è un Sud insomma intenzionato a continuare a restare il peggiore Sud, magari in combutta con il peggiore Nord. Ma c’è anche un Sud che, nonostante i luoghi comuni e i primati negativi, riesce ad esprimere il meglio di sé. Questo Sud Patruno, giornalista dì razza, per tredici anni direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, lo racconta anche con un pizzico di orgoglio e fierezza. Ci parla dei «100 Mosè» che potrebbero dare esito positivo alla traversata del Deserto, puntando all’annullamento o, almeno, al contenimento del Divario. Si tratta spesso di persone che hanno puntato sull’innovazione e sull’inventiva. Tra le tante troviamo l’inventore della traversina ferroviaria ecosostenibile che abbatte vibrazioni, rumorosità e costi di manutenzione e la start-up che ha realizzato una piattaforma online che porta nel mondo le eccellenze alimentari calabresi; c’è l’autotrasportatore che ha dato vita ad una car-sharing delle merci e c’è il cellulare che sostituisce il bastone per ciechi inventato da un gruppo di universitari di Palermo. È il Sud che ha ancora la forza di reagire, è il Sud delle persone convinte che insieme ce la possono fare, il Sud che l’autore definisce dei «100 ribelli» e dei «Sovversivi», sostenuti dalla parte migliore della società: dai giornalisti che resistono alla minaccia delle mafie, dalle associazioni anti-racket, da artisti dello spettacolo, dall’editoria di qualità. Insomma il Sud oltre il Divario e oltre il Deserto, nonostante tutto.
di Enzo Di Brango
clicca qui per acquistare il volume con il 15% di sconto
Altre Rassegne
- Le Monde Diplomatique (Il Manifesto) 2015.12.15
Il meglio Sud
di Enzo Di Brango - La Gazzetta del Mezzogiorno 2015.06.04
Togli il deserto alla parola Sud