«Il fenomeno delle persone scomparse è un fenomeno apparentemente conosciuto ma in realtà si tratta di un settore di cui la maggior parte di coloro che credono di saperne, in realtà ne conoscono ben poco.
Lo scopo perseguito dalla mia pubblicazione è stato proprio quello di accendere i riflettori su una materia dai risvolti oscuri ma molto incisivi nella società, fin dai tempi dei tempi.
La particolare formazione avuta, dapprima sotto il profilo inquirente e successivamente sotto quello forense, mi ha permesso negli anni di poter mettere a fuoco il fenomeno in ordine alle varie sfaccettature che lo contraddistinguono, integrandolo con le conoscenze personali e le attività professionali poste in essere per la risoluzione di casi specifici di scomparsa.
Nel libro sarà possibile comprendere cosa sia una scomparsa, quali possano essere i tipi di scomparsa, chi scompare, perché scompare, quale sia la normativa vigente tesa a regolamentare le procedure per porsi alla ricerca dello scomparso, chi viene ritrovato, quali siano le tecniche di ricerca, i casi reali trattati dallo scrivente e tanto altro.
Trattasi della prima, vera e unica pubblicazione finalizzata ad aprire uno squarcio di luce su un mondo sconosciuto, diffuso ed estremamente pericoloso, ad un prezzo volutamente accessibile per permetterne una ampia diffusione a tutto vantaggio della conoscenza collettiva.
Tra le varie cose, emergerà con chiarezza come la diffusa tecnologia di cui siamo pervasi, nonostante gli alti livelli di qualità, non sia comunque sufficiente ad evitare le scomparse ma possa comunque essere impiegata al meglio per pervenire ai ritrovamenti, non sempre con successo purtroppo.
Nella società gli elementi più deboli della catena sono indubbiamente i bambini, i più indifesi, i più esposti alle peggiori nefandezze e anche i più difficili da tutelare.
Le tecniche di rapimento che vedono nei bambini le vittime sono molteplici e non mancano i casi – anche recentemente – che hanno avuto risvolto mediatico, come il tentativo di rapimento di un minore di 2 anni avvenuto a Milano in Piazza Aulenti [1] in pieno giorno.
Il rapimento di bambini sotto i 3 anni è il più frequente e in questo caso è stato evitato il peggio per la prontezza del papà che si è accorto della sottrazione.
Per non destare allarme sociale, come nella moltitudine di casi di questo genere, si tenterà di catalogare l’episodio come riferibile ad una malata di mente, ma non è quasi mai questo il reale motivo.
Questo tentativo fortunatamente è fallito ma purtroppo altri vanno a segno, come quello della bimba di 5 anni di nome Kataleya scomparsa a Firenze sabato 10 giugno che in questi giorni sta monopolizzando l’attenzione mediatica nazionale e di cui dopo nove giorni le ricerche sono ancora senza esito.
La bimba si trovava in un immobile occupato abusivamente, luogo di disagio umano perfetto per agevolare scomparse di bambini come nel caso di Kataleya e che non fa escludere alcuna possibilità, compresa quella della vendita e non solo quella del rapimento.
Il caso di Kataleya se si risolverà sarà dovuto alla grande profusione di energie volte, da una parte a comprendere la realtà in cui viveva la bimba con tutte le deduzioni del caso, dall’altro con la saturazione del territorio grazie a un enorme dispiegamento di mezzi che rendono difficili i movimenti di eventuali rapitori, sempre che di rapimento si tratti. Come è ben approfondito nel mio libro, si vedrà come le ore decisive al fine di ritrovare vivo uno scomparso siano le prime 72, massimo 96 ore, passate le quali la probabilità di ritrovare – soprattutto vivo – lo scomparso sono inversamente proporzionali al trascorrere dei giorni.
Ovviamente queste probabilità sono strettamente correlate ad una attivazione delle ricerche pressocché contestuale alla scomparsa, poiché nel caso di avvio della macchina delle ricerche in ritardo – che può verificarsi nel caso se ne venga a conoscenza anche un solo giorno dopo – le probabilità di rintraccio dello scomparso saranno praticamente azzerate. Diventa quindi decisiva l’attivazione nella quasi contestualità della scomparsa.
Nel mio libro ‘Il lutto sospeso’ ho trattato e sottoposto ad analisi – tra le altre cose – anche il fenomeno della scomparsa di minori in Ucraina a causa della guerra oppure a causa dello sconsiderato e criminale fenomeno della immigrazione clandestina che espone soprattutto i minori a dei destini ingrati, dove nel migliore dei casi finiscono nei giri delle adozioni illegali, nel peggiore dei casi si può immaginare quale possa essere la loro fine.
E non a caso, proprio in questi giorni l’attore Mel Gibson ha comunicato di essere intenzionato a preparare un documentario sul mercato globale del traffico sessuale di minori da 34 miliardi di dollari che coinvolge paesi come l’Ucraina e non solo[2], cosa per la quale si sta inimicando gran parte del deep state, che sta ponendo in essere ogni tipo di pressione sull’attore per dissuaderlo e così evitare di porre all’attenzione mondiale un fenomeno sommerso che non si vuole far venire allo scoperto.
La casistica è davvero enorme e sempre recentemente – lo scorso mese di aprile – ho posto in luce la vicenda riferita ad una società[3] che gestisce attività di maternità surrogata sotto indagine per traffico di bambini: matrimoni fittizi, falsificazione di documenti col fine di contrabbando di bambini fuori dall’Ucraina e commercio di bambini a scopo di lucro, con la diretta conseguenza di aumentare il foraggio di tutto il peggiore squallore che la società oscura possa ricomprendere, al fine di soddisfare i peggiori – criminali – istinti umani.
Nell’articolo contraddistinto dal link in nota, un approfondimento in merito alla predetta società, che sembrerebbe essere cogestita – in base a quanto sembra emergere dalle indagini – anche da un pedofilo assoggettato in passato a condanna.
Nel nome di presunti diritti tesi a soddisfare gli egoismi degli adulti si possono creare dei meccanismi che sottendono e moltiplicano la commissione di gravi crimini, in particolar modo quello sempre attuale della scomparsa dei minori per tutti i molteplici motivi ben analizzati nel mio libro ‘Il lutto sospeso’.
Ma perché il ‘lutto sospeso’? Per comprenderlo è sufficiente assumere come riferimento le recentissime dichiarazioni del fratello e della madre di Ylenia Carrisi[4], che ancora non si rassegnano dopo decine di anni dalla scomparsa della ragazza, oppure la tenacia di Pietro Orlandi nel cercare risposte definitive alla scomparsa della sorella Emanuela, esempi – questi – di come la scomparsa senza esito finale si possa identificare in un pesantissimo e doloroso ‘lutto sospeso’. Che rimarrà sospeso fino alla chiusura del cerchio, consistente nel poter associare un esito finanche negativo alla scomparsa, un corpo, qualsiasi cosa che possa definitivamente dare pace a chi vive nelle critiche e logoranti sospensioni luttuose.»