Il giovane Cavour, imprenditore e libertino raccontato nel libro della giornalista Franca Porciani (giornalemetropolitano.com)

del 7 Marzo 2022

Franca Porciani

Cavour prima di Cavour

La giovinezza fra studi, amori e agricoltura

Ma chi era Cavour prima di diventare il conte Cavour dei manuali scolastici, uno dei padri dell’unità d’Italia? L’ultimo libro di Franca Porciani, “Cavour prima di Cavour” (Rubettino, pagine 132, 13 euro) ci  fa scoprire, con una prosa vivace, tanti aspetti privati rimasti in ombra del personaggio destinato a diventare, a giudizio del Bismark  “il più grande statista europeo del secolo”, come ricorda nella prefazione Nerio Nesi, presidente della Fondazione intitolata a lui.

Entrato nel Parlamento subalpino per consacrarsi alla politica nel 1848, a 38 anni, Camillo Benso lasciava dietro di sé la storia di un intraprendente giovane blasonato  che aveva già raccolto importanti successi da imprenditore agricolo e anche da incallito libertino: preferite le signore sposate e un po’ più anziane come la povera marchesa Giustiniani che finì col suicidarsi. Forse voleva tenere le mani libere a seguire i suoi molteplici interessi.

Tanti anni al Corriere della Sera e ora scrittrice con un debole per le vicende del Risorgimento, Franca Porciani, avvalendosi di documenti e testimonianze, ci accompagna  a ricostruire passo passo la formazione di Cavour: il ragazzo insofferente del clima asfittico della Torino di Carlo Alberto (tra i pochi sfoghi il gioco d’azzardo), le dimissioni in odore di  simpatie mazziniane dalla Reale Accademia Militare, viaggi all’estero, Francia e Gran Bretagna a respirare aria di modernità, la voglia di innovazione poi applicata  nell’amministrazione delle grandi tenute di famiglia a Grinzane ( Langhe), e a Leri (Vercelli): era figlio cadetto, senza diritto di successione,  perciò, in qualche modo doveva , si fa per dire, mantenersi  da vivere–  i suoi non gli hanno mai fatto mancare nulla,  ripianando  i “buchi”  rimediati in avventurose operazioni di borsa.

I suoi vini, Barolo e Barbera, riuscirono a far concorrenza a quelli francesi e  nel campo dell’allevamento selezionò nuove razze  arrivando a mettere insieme  un patrimonio di 426 capi bovini e 24 tra muli e cavalli.

Alla sua terra Cavour rimase fedele anche quando era diventato Cavour, uno dei protagonisti del nostro Risorgimento. A causarne la precoce fine, nel 1861, a soli 51 anni, due mesi dopo la proclamazione del Regno d’Italia, fu la malaria, che seminava la morte tra i contadini. L’aveva contratta durante una delle brevi pausa in campagna che la politica gli concedeva. Ma questo è un altro Cavour. Il libro si ferma prima.