“Il cielo comincia dal basso” di Sonia Serazzi ("La locanda dei libri")

del 31 Maggio 2018

“Il cielo comincia dal basso” di Sonia Serazzi

 
“E quando ci si rassegna alla verità, si riconosce immediatamente il proprio posto, e non se ne pretende uno diverso, perchè l’angolino che ci spetta è tutto il paradiso di cui siamo capaci sulla terra. In cielo magari le cose cambiano”
 
Quando si legge un capolavoro è sempre difficile raccontarlo, ancor più complicato risulta poi spiegare perchè un libro è un capolavoro. Si potrebbe ridimensionare il tutto con l’aggettivo “bellissimo”, ma ci sono scritture irriducibili, non possono essere confinate all’interno di aggettivi generalizzati. La penna di Sonia Serazzi ha il dono di saper trasformare la realtà tramite la magia del racconto.
Una realtà fatta di Sud, di papaveri rossi che dondolano nel grano, di pane, di pioggia che si tramuta in muffa, di malinconie, di rimpianti, di legami di sangue e di anima, di fichi selvatici, di sussurri del vento e preghiere sottovoce, di carezze mancate e assenze onnipresenti, di dolore e piccole gioie, di viaggi in autobus con “intorno gli occhi della mattina presto, quelli gonfi di sogni spezzati dalle sveglie a batteria”. E su tutto, domina il Cielo.

“Il cielo comincia dal basso” di Sonia Serazzi (Rubbettino editore), a cominciare già dal titolo, è puro incantamento, l’ho letto nel tempo di due giornate, una fascinazione fulminea. Un libro è un capolavoro quando ti entra dentro senza troppi fronzoli nè forzature, quando la scrittura è eccelsa e a essa si unisce la capacità di emozionare con un linguaggio che è al contempo poetico e veritiero. 
Se questo libro avesse un odore esso sarebbe quello del mare, e di campi bruciati di sole, di erba bagnata dalla pioggia e basilico spezzettato con le mani. 

“In quel preciso momento sentii d’amare il Sud, perchè ti lascia campare senza chiederti nulla, come una melanzana viola nei campi rossi di tramonto”.
Sonia Serazzi ci dona una verità senza imbrogli, ci racconta la storia di una ragazza, come ve ne sono tante, con nel sangue Napoli, la Calabria e la Sardegna, Rosa Sirace questo il suo nome, che dopo la laurea a Perugia fa ritorno alle sue radici, è una che impara a fiorire nel posto che ha, e fiorendo scrive la sua vita di cose piccole su un’agenda: fogli con sopra il numero del giorno, e la carta che tiene il conto ripete quotidianamente che una storia non ha tutto lo spazio e il tempo che vuole.
E’ come se il lettore avesse il privilegio di leggere le pagine segrete di un diario e di scoprire, a poco a poco, i fatti e i personaggi della vita di Rosa. Ogni capitolo si apre con una citazione delle Scritture, quasi a voler sottolineare il legame indissolubile tra cielo e terra. Il lettore scoprirà, dunque, che Rosa è la figlia di un Visconte operaio e di una Baronessa casalinga e nipote affettuosa di Antonia Cristallo, dalla quale impara ad avere le gambe forti. 
E Rosa continua a scrivere, anche quando si scoprirà il destino ineluttabile che l’aspetta, tutto il cielo che scava lo appende in alto, a cominciare ogni pagina, e spera che bastino le Scritture a far scintillare la terra rivoltata. Il cielo comincia dal basso è un libro che mastica duro cercando il bene, e lo trova.
Mi sono letteralmente commossa leggendo certe pagine, mi è stato proprio difficile dire addio a Rosa e alla sua vita. E’ come se avessi salutato un’amica che abita lontano, ora mi rimangono la speranza di vederla presto e parole di rosso sottolineate che avrei potuto scrivere io e che custodisco come preziosi souvenir.

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