Sebastiano Bavetta, Pietro Navarra
Il vantaggio delle libertàCome costruire la società aperta in Italia
da il sussidiario.net del 2 febbraio
Una delle caratteristiche negative della società italiana è quella per cui tutto quello che non è esplicitamente permesso è vietato. Nelle società anglosassoni la logica è esattamente contraria: è tutto permesso, tranne quello che non è esplicitamente vietato. C’è tuttavia una ragione, che gli esperti definirebbero antropologica, per cui Iltalia è andata via via sommergendosi di una montagna di regole, norme, regolamenti, circolari, decreti, delibere e prescrizioni. È latavica tentazione di fare i furbi, di trovare uneccezione, di strappare una deroga, di ottenere un rinvio, di far valere le ragioni proprie rispetto a quelle della collettività. Ma così si costruisce una strada in cui valgono più le relazioni che il merito, in cui nei rapporti interpersonali prevalgono il calcolo e l’opportunismo piuttosto che la lealtà e la fiducia, in cui la libertà e l’autonomia si affievoliscono perché per esercitarle bisogna seguire regole e procedure, ottenere permessi e licenze, compilare moduli, presentare certificati, tenere registri e documentazioni, aggiornare libri contabili e bilanci.
È passata alla storia quella definizione del Governatore della Banca dltalia negli anni 70, Guido Carli, che parlava di un paese stretto da lacci e laccioli. In quarantanni la situazione è diventata ancora più grave: tanto che si sono dovuti creare ministeri e uffici per la semplificazione che non hanno trovato di meglio che aggiungere nuovi provvedimenti, magari con il più volenteroso dei fini, ma con il più desolante dei risultati. Ma una maggiore libertà potrebbe costituire veramente un vantaggio economico? La risposta è certamente sì, ma non è solo una risposta filosofica. Lo dimostrano Sebastiano Bavetta e Pietro Navarra in un libro (II vantaggio delle libertà, ed. Rubbettino, pagg. 180, euro 12) in cui, sulla base di analisi empiriche e di verifiche sociologiche, si mettono in luce le relazioni positive tra l’autonomia delle persone e lo sviluppo, tra la libertà economica e la crescita. L’indicazione di fondo è che una società che voglia utilizzare al meglio le proprie risorse è una società in cui la fiducia tra le persone è ben riposta, in cui non c’è bisogno dei Carabinieri (la cui presenza è comunque un deterrente necessario) per far rispettare le regole di normale convivenza, in cui ognuno fa il proprio dovere. La difficile fase storica che il nostro Paese sta attraversando – scrivono nell’introduzione gli autori del libro – ha una dimensione morale che non può essere sottaciuta. Ci riferiamo al sentimento di giustizia percepito dalla gente e alle sue ricadute sulla legittimazione politica dell’insieme delle istituzioni esistenti oggi in Italia.
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